Sull’economia dell’area euro l’invasione dell’Ucraina e le sanzioni contro la Russia avranno come effetto di alzare ulteriormente una inflazione che “già in precedenza era alta e in accelerazione” e “al tempo stesso si avrà un impatto in termini di minore crescita”, ma “ad oggi possiamo escludere il rischio di stagflazione”. Lo ha affermato il vicepresidente della Bce, Luis de Guindos, intervenendo ad un convegno organizzato dal quotidiano Kathimerini e da Money Review. De Guindos ha infatti rilevato che anche nello scenario previsionale peggiore, formulato dai tecnici della Bce, l’inflazione salirebbe sopra il 7% ma la crescita proseguirebbe, seppure frenata “al 2-3% circa”, ha detto. Nello scenario di base quest’anno l’inflazione nell’eurozona si attesterà sopra il 5% e la crescita al 3,5% circa. Una situazione di stagflazione, invece, si presenta come la compresenza di alta inflazione e crescita economica a zero (stagnazione).
“L’esposizione delle banche e della finanza Ue alla Russia è piuttosto limitata, ma il ruolo rilevante che questo paese ha su materie prime e energia avrà un impatto sui prezzi e in minore crescita”, ha ribadito De Guindos. La prima risposta alla nuova situazione spetta alle politiche di bilancio. Per quanto riguarda la politica monetaria, il vicepresidente ha fatto capire che al momento la preoccupazione vista come più rilevante alla Bce è quella dell’alta inflazione. Qui “il problema è verificare se si creano effetti di secondo livello”, cioè con spinte sui salari per cercare di recuperare la perdita di potere di acquisto, con il rischio che si inneschi una spirale rincari-buste paga. Inoltre “una cosa da evitare – ha concluso – è la possibilità di un disancoraggio delle aspettative di inflazione” rispetto agli obiettivi di medio termine della Bce (2%).