Economia e Lavoro

Pnrr, Unioncamere fissa i paletti Il Presidente Prete: “Indispensabile un maggior raccordo tra Governo, Camere di Commercio e aziende”

Il successo delle politiche legate al Pnrr “rende indispensabile un maggior raccordo tra Governo e mondo delle imprese e le camere di commercio sono un perno essenziale di questo speciale raccordo”. Lo ha sottolineato il presidente di Unioncamere, Andrea Prete, nel corso dell’assemblea dei presidenti delle Camere di commercio. “Semplificazione, trasformazione digitale e innovazione, sostenibilità, mercato del lavoro, imprenditorialità, internazionalizzazione sono i cinque temi sui quali le Camere di commercio possono dare un valido contributo per la crescita economica del Paese – ha detto chiedendo di completare la riforma delle camere di commercio – in modo da terminare quel percorso di riordino che ci ha restituito strutture più moderne e più efficienti, che possono mettere a disposizione l’esperienza maturata nel corso degli anni nel portare le misure del Governo fino alle imprese”.  Secondo Prete “la transizione amministrativa è la prima gamba del processo di cambiamento in corso”. Una riduzione anche solo del 25% delle procedure amministrative comporterebbe un aumento del Prodotto interno lordo dell’1,8% entro il 2026. “E’ necessario – ha proseguito – che questa transizione allunghi il passo perché le imprese per competere hanno bisogno di poter contare su una macchina pubblica più veloce ed efficiente”. Per questo Prete ha annunciato la costituzione, presso Unioncamere, di una cmmissione permanente per la semplificazione, con la partecipazione delle confederazioni imprenditoriali dei diversi settori. Obiettivo della commissione è avviare un tavolo di confronto per condividere proposte concrete di semplificazione e riduzione degli adempimenti burocratici a carico delle imprese, da proporre all’attenzione dei decisori pubblici. Fra queste, quella che il sistema camerale divenga il punto unico di accesso delle imprese alla pubblica amministrazione.  Il presidente di Unioncamere ha inoltre ricordato la situazione anomala del mercato del lavoro legata al mismatch tra domanda e offerta. Solo nel 2021 le imprese faticano a ricoprire un posto di lavoro su tre. Questo disallineamento rilevato da anni attraverso il sistema informativo Excelsior di Unioncamere e Anpal rappresenta un costo per il Paese che il Censis stima superiore ai 20 miliardi di euro sottratti al Pil per quest’anno.

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