di Giuliano Longo
Quella di Pokrovsk ( Krasnoarmijsk in russo) non sarà la battaglia decisiva per un conflitto che qualcuno ipotizza avrà forse termine con la primavera del prossimo ano, ma è sicuramente importante per entrambe le parti oggi impegnate in un orgia di propaganda fra dichiarazioni di vittoria e smentite.
Questa cittadina industriale e mineraria aveva all’inizio dell’attacco russo circa 26.000 abitanti nell’intero distretto, oggi ne conta meno di 1.500 costretti a vivere fra le macerie di una città ormai completamente distrutta.
Situata al centro dell’oblast del Donetsk, già in buona parte occupato dai russi, fu anche al centro delle più cruente battaglie di carri nel corso della prima guerra mondiale, sino a quando fu liberata dall’Armata Rossa l’8 settembre 1943 respingendo i i tedeschi oltre il fiume Dnepr, riconquistando l’intera regione mineraria
Nel luglio 2024 l’esercito russo dà il via alla sua offensiva in quell’oblast giungendo rapidamente a 10 chilometri dal centro abitato e inizia l’esodo dei residenti. Inizialmente gli anziani e famiglie con bambini, ma il 5 settembre dello stesso anno viene chiusa la stazione ferroviaria e inizia l’esodo della popolazione con mezzi privati e autobus, mentre i russi, gradualmente, tentano di chiudere le forze armate ucraine in un “calderone”.
Pokrovsk, 650 chilometri da Kiev, è una città strategicamente importante per la sua posizione geografica essendo un nodo di comunicazione cruciale lungo l’autostrada che collega la regione di Donetsk a Dnipro.
Decisivo per il trasporto di truppe e rifornimenti, nonché un baluardo per la difesa della regione di Donetsk. Gli esperti militari ritengono inoltre che la sua perdita potrebbe compromettere la capacità di difesa dell’Ucraina.
Per Putin oltre che una svolta per il conflitto, rappresenterebbe la quasi completa “liberazione” del territorio del Donetsk già contestato nel conflitto con le forze separatiste filorusse dal 2014, mentre per Zelensky potrebbe segnare una sconfitta se non decisiva, altamente significativa in termini di immagine, anche nei confronti dei suoi alleati.
Per comprendere meglio le modalità di questa battaglia va subito detto che non si tratta di “attacchi di massa alla baionetta”, ma di una strategia di penetrazione gradualerussa a piccoli gruppi, con l’occupazione di successive posizioni nemiche già bombardate da droni e artiglieria.
Per gli ucraini rappresenta una sorta di guerra urbana, fra macerie fortificate, sostenuta da droni, ma soprattutto continuamente rifornite e impegnate a difendere ogni via di transito in entrata, ma probabilmente anche in uscita nel caso di una ragionevole ritirata.
Battaglia ben diversa da quella della conquista russa di Bakmut nel maggio 2023 che di fatto bloccò la controffensiva ucraina con un notevole contributo di sangue da entrambe le parti.
Ma soprattutto, oltre che dai ceceni, dei mercenari della Wagner del defunto Prigozin che proprio fondandosi su quel contributo e con feroci critiche allo Stato Maggiore russo, tentò di marciare su Mosca il 23 giugno di quell’anno.
Oggi la situazione a Pokrovsk è notevolmente più complicata.
Nel fine settimana, le forze russe hanno continuato la loro avanzata, secondo le mappe della comunità militare ucraina Deep State, sono avanzate a sud e sud-ovest della città. Inoltre, la “zona grigia” di della città si è ampliata. Per zona grigia si intende quella non ancora occupata definitivamente da una della due parti e dove si sviluppano ancora combattimenti.
A nord-ovest della città, i confini della “zona grigia”, che i russi stanno gradualmente infiltrando, si è formato uno stretto punto di strozzatura largo meno di tre chilometri, 1,5 km secondo i russi, adl quale transitano rifornimenti e rinforzi martellati da artiglieria e attacchi aerei..
Combattimenti sono in corso anche a nord nelle città di Krasny Liman anche se battaglia principale è attorno alla zona industriale di Pokrovsk e all’adiacente centro di Myrnohrad, dove lo Stato Maggiore ucraino sta inviando rinforzi provenienti dai distretti nord est di Kharkiv e Sumy. Allcuni media ucraini confermano che i russi controllano il 60% di Pokrovsk e lil vicino centro di Myrnohrad.
Il comandante in capo Syrsky due giorni fa ha negato l’accerchiamento affermando che le forze speciali del GUR e altre erano state dispiegate in città per stabilizzare la situazione.
Venerdì sera tutti i media dei Paesi alleati riportavano notizie di un atterraggio della Direzione Centrale di Intelligence a Pokrovsk, pubblicando video di un elicottero delle forze speciali in atterraggio e parlando di “controffensiva” ucraina.
Anche la Russia ha riferito dell’atterraggio, ma ha anche affermato che è stato completamente annientato, pubblicando un video che mostra attacchi di droni contro truppe ucraine e un elicottero.
Fonti ucraine affermano che la forza di sbarco sta invece combattendo ancora nella zona industriale a nord-ovest della città, ma non è chiaro in che modo questa operazione, che secondo quanto riferito è guidata personalmente dal capo del GUR Budanov, posa influenzare la situazione dei combattimenti in città.
Zelensky sabato ha promesso di “liberare” Kupyansk dalle truppe russe e di bonificare Pokrovsk, affermando che i russi non avrebbero fatto progressi e che nella città stessa operavano non più di 300 soldati russi, che le Forze Armate ucraine avrebbero presto “sgomberato”.
Ma il quotidiano ucraino Kiyv Independent riferisce che fonti open source come DeepState Map e recenti resoconti dei media indicano che la lotta si sta intensificando sia all’interno della città “Sul perimetro orientale e meridionale di Pokrovsk, le forze russe sono lentamente avanzate nelle ultime settimane, occupando strade, soffocando lentamente le linee di rifornimento e facendo pressione sulle difese ucraine “ si legge nel rapporto del 3 novembre di Radio Free Europe/Radio Liberty.
Se le notizie sui media occidentali di oggi in merito alla battaglia scarseggiano, sulla stampa ucraina vengono quasi ignorate le dichiarazioni di Trump nel corso della sua intervista di sabato alla CBS.
Ancora una volta , sembra che il Tycoon intenda prendere le distanze dagli sviluppi militari sul fronte ucraino, in primo luogo affermando che per quanto riguarda la fornitura dei missili americani Tomahawk all’Ucraina, non avverrà. “No, almeno non adesso. Sì, potrei cambiare posizione, ma non adesso”.
Ma anche suggerendo (cinicamente) che Kiev e Mosca si scontrino ancora un po’ e quando gli è stato chiesto quale sarebbe stata la “goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso” per gli Stati Uniti in seguito alle azioni della Russia in Ucraina, ha risposto “Non c’è la goccia che fa traboccare il vaso. A volte bisogna semplicemente lasciare che le cose vadano come devono andare”. Ma ha anche ipotizzato che il conflitto potrebbe essere risolto “in un paio di mesi” perché Putin vuole ripristinare gli scambi commerciali con gli Stati Uniti.
“Penso che funzioni con Putin. Mi sono avvicinato a lui in modo un po’ diverso perché, a dire il vero, non facciamo molti affari con la Russia. Sai, non è uno che compra molto da noi, fondamentalmente per stupidità. E penso che vorrebbe cambiare le cose. Credo che voglia migliorare le relazioni, voglia commerciare con noi, voglia fare un sacco di soldi per la Russia, e penso che sia fantastico. È quello che mi piace” ha aggiunto.
Alcuni commentatori russi prendono spunto da queste dichiarazioni ritenendo che il mutamento (ulteriore) di toni del presidente americano siano proprio determinati dalla convinzione che Pokrovs’k a breve cadrà.
Già il 29 ottobre Putin aveva invitato Kiev a decidere la resa dei militari ucraini che secondo Mosca sono accerchiati. La leadership ucraina, ha detto, deve prendere “le decisioni appropriate sul destino dei propri cittadini e dei propri militari, così come hanno fatto una volta all’Azvostal” di Mariupol (21 marzo 2022, ndr). Affermando che, citato dalla Tass, la Russia è pronta a cessare i combattimenti per alcune ore “affinché un gruppo di giornalisti possa entrare in questi insediamenti, vedere cosa succede lì, parlare con i militari ucraini e uscire”.
Che questo evento sia decisivo per la risoluzione di un conflitto che si avvia al suo quarto anno è da vedere, e dipenderà anche dalle scelte degli alleati europei più attivi, che per ora intendono inviare a Kiev altre batterie antiaeree e materiale bellico, ma intendono liberare il patrimonio russo congelato in Europa per destinarlo, non tanto alla lontana ricostruzione del paese aggredito, quanto al suo sforzo bellico.
