E’ il nuovo presidente di Eurolink, general contractor costituito da un raggruppamento internazionale di imprese impegnato per la progettazione e la costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina. L’alto profilo istituzionale dell’ex Capo della Polizia di Stato fa ben sperare.
Chi non sa chi sia oggi in Italia Gianni De Gennaro? Forse davvero pochi. Prefetto, investigatore di altissimo profilo internazionale, “uomo di Stato” sempre ai massimi livelli istituzionali, Capo della Polizia e Direttore Generale della Pubblica Sicurezza, nonché capo di Gabinetto del ministero dell’Interno, Direttore Generale del dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza e sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio del governo Monti con delega ai servizi di informazione e sicurezza. Davvero uno degli uomini di Stato più influenti e più potenti della storia del paese.
Nato a Reggio Calabria il 14 agosto del 1948, sposato, due figli, una laurea brillantissima in giurisprudenza all’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, l’uomo ha alle spalle un altro pezzo di famiglia segnata dall’orgoglio di Stato. Suo fratello, il più piccolo, Andrea De Gennaro, è infatti oggi il nuovo Comandante Generale della Guardia di Finanza dal 23 maggio scorso, 2023. Il DNA di famiglia non mente mai.
Dal 2013 al 2020 lui stesso, Gianni De Gennaro, è stato anche presidente di Leonardo (ex Finmeccanica), per divenire poi Presidente della Banca Popolare di Bari dal 2020 al 2022. Ma dal 2013 fino ad oggi è anche apprezzatissimo Presidente del Centro Studi Americani a Roma. Webuild – si legge in una nota ufficiale del gruppo- ha scelto Gianni De Gennaro per la sua “esperienza istituzionale e di azienda, integrità e trasparenza sempre orientate ad un approccio di legalità e sicurezza per il Paese”. Insomma, un numero uno in senso assoluto.
Il Consorzio Eurolink, in cui Webuild detiene una quota del 45%- ricordiamo-, è composto dalla spagnola Sacyr (18,7%), da Condotte d’Acqua (15%), da CMC (13%), dalla giapponese IHI (6,3%) e dal Consorzio ACI (2%). Una compagine internazionale, selezionata al termine di un processo di gara, per assicurare le migliori competenze per la realizzazione di un’opera infrastrutturale strategica e volano di crescita economica per il Paese, come il Ponte sullo Stretto di Messina,con la creazione appunto di uno dei più vasti sistemi metropolitani del Mediterraneo.
Gianni De Gennaro, vi dicevamo, ha come bagaglio personale una carriera brillantissima in tutti i sensi.
Si arruola giovanissimo in polizia nel 1973, primo incarico quello di commissario presso la questura di Alessandria. Poi viene trasferito a Roma, alla sezione narcotici della Squadra mobile, dove diventa quasi un’icona del suo mondo.Promosso per meriti straordinari nel 1980 a vice questore aggiunto per aver posto fine, con irruzione solitaria e un conflitto a fuoco, al sequestro di trenta persone all’interno dell’ambasciata belga a Roma, nel 1981 viene mandato a dirigere la sezione della Criminalpol del Lazio, e nel 1984 il “Nucleo centrale anticrimine”.
Durante la sua carriera ha modo di collaborare anche con Giovanni Falcone, svolgendo varie indagini anche a livello internazionale nella lotta contro Cosa nostra, e nel 1984 si occupa personalmente dell’estradizione dal Brasile di Tommaso Buscetta, il boss che rivelò poi la struttura di cosa nostra, pur non essendo mai stato un pentito, nei colloqui avuti con Falcone dopo che lo stesso Gianni De Gennaro aveva cercato inutilmente di farlo parlare durante il viaggio aereo di rientro in Italia.
Il nome di Gianni De Gennaro è oggi legato alle indagini che portarono, nel 1990, alla liberazione della bambina Patrizia Tacchella, e per le indagini e per l’irruzione, da lui guidata e condotta a mano armata, in una casa di Colonia, per l’arresto di due ricercati per l’omicidio di Rosario Livatino.
Fine 1989, è il primo direttore del Servizio centrale operativo, e nel 1990 viene promosso di nuovo, al grado di dirigente superiore, per meriti straordinari maturati per la “conclusione di una serie di importanti operazioni di rilievo internazionale contro la mafia siciliana” Nel 1992 passa alla Direzione Investigativa Antimafia come vice direttore, e nell’aprile 1993 assume lui stesso l’incarico di Direttore della DIA.
Il 19 dicembre 1997 il Consiglio dei ministri gli affida l’incarico di vice capo della Polizia vicario, e il 26 maggio 2000, il Governo Amato II lo nomina Capo della polizia – direttore generale della pubblica sicurezza. Il 2 luglio 2007 De Gennaro diventa Capo di gabinetto del Ministero dell’interno, mentre dall’11 gennaio al 26 maggio 2008 riveste anche l’incarico di commissario straordinario per la crisi dei rifiuti in Campania. Ma non finisce qui la storia dell’uomo.
L’11 maggio 2012, il governo Monti designa Gianni De Gennaro Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, assegnandogli la delega pesante alle “Informazioni per la sicurezza della Repubblica”.
Infine, 3 luglio 2013, il Governo Letta lo designa per il ruolo di presidente di Finmeccanica, importantissima Azienda del settore difesa a partecipazione statale successivamente ridenominata “Leonardo”. Una vita dunque al servizio del Paese, sempre e comunque, e mai in seconda fila.
Cavaliere di gran croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana, Grande ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica italiana, Commendatore dell’Ordine al merito della Repubblica italiana. Insomma, di tutto di più in Italia. Ma anche all’estero lo considerano molto più di un Grand Commis di Stato. Questo gli vale l’Onorificenza di Commendatore dell’ordine di Leopoldo II in Belgio, e la celeberrima “FBI’s Medal of Meritorious Achievement” degli Stati Uniti d’America che gli viene consegnata a Washington la mattina dell’8 dicembre del 2006. Primo e unico non americano ad aver ricevuto la massima onorificenza dell’Fbi, il che la dice lunga sulla sua vita e la sua storia professionale.