Sempre più poveri in Italia: si contano oltre 5,6 milioni di poveri assoluti, pari al 9,7% della popolazione. In occasione della VII Giornata Mondiale dei poveri istituita da Papa Francesco, Caritas Italiana pubblica la ventisettesima edizione del Rapporto su povertà ed esclusione sociale. Dopo quasi trent’anni dalla prima uscita, il fenomeno della povertà può dirsi completamente stravolto nei numeri e nei profili sociali. Si contano, infatti, oltre 5,6 milioni di poveri assoluti, pari al 9,7% della popolazione; un residente su dieci oggi non ha accesso dunque a un livello di vita dignitoso. È un fenomeno ormai strutturale e non più residuale come era in passato.
“La presenza di oltre 2,1 milioni di famiglie povere può dirsi una sconfitta per chi ne è direttamente coinvolto, ma anche per l’intera società, che si trova a dover fare i conti con la perdita di capitale umano, sociale, relazionale che produce gravi e visibili impatti anche sul piano economico. Tutti possiamo dirci vinti di fronte a 1,2 milioni di minori in condizione di indigenza, costretti a rinunciare a tante opportunità di crescita, di salute, di integrazione sociale, e il cui futuro sarà indubbiamente compromesso”, osserva il Rapporto presentato a Roma. I dati Eurostat riportati nel rapporto della Caritas italiani denunciano che i poveri assoluti nel 2022 salgono da 5 milioni 317 mila a 5 milioni 674 mila (+ 357mila unità). L’incidenza passa dal 9,1% al 9,7%. Se si considerano i nuclei, si contano 2 milioni 187mila famiglie in povertà assoluta, a fronte dei 2 milioni 22mila famiglie del 2021 (+165mila nuclei). Evidente lo svantaggio del Mezzogiorno che si fa sempre più marcato . Rispetto alla tipologia del comune di residenza, lo stato di deprivazione tende oggi ad aumentare al diminuire della dimensione dei Comuni; l’incidenza infatti risulta più elevata proprio nei piccoli comuni con meno di 50mila abitanti: 8,8% a fronte del 7,7% delle aree metropolitane. Da un anno all’altro peggiora in particolare la condizione dei piccoli comuni del Nord Italia (dal 6,9% all’8,1%). L’Italia risulta essere il Paese in Europa in cui la trasmissione inter-generazionale delle condizioni di vita sfavorevoli risulta più intensa. Chi nasce povero molto probabilmente lo rimarrà anche da adulto.
“Questo – annota il Rapporto Caritas – costituisce un’alterazione dei principi di uguaglianza su cui si fondano le nostre democrazie occidentali. Rispetto a questo punto perde anche la nostra Costituzione repubblicana, e in particolare l’articolo 3, che continua a restare inapplicato. Cosa aspettarsi quindi dal futuro? Forte è il clima di incertezza, anche a seguito del perdurare della guerra in Medio-Oriente che aggiunge ulteriori elementi di insicurezza rispetto a una situazione già complessa, anche a seguito del conflitto in Ucraina. Accanto alle conseguenze legate alla terribile crisi umanitaria, i recenti fatti internazionali potranno infatti avere pesanti conseguenze anche in termini economici che si andranno a innestare su un tessuto economico globale in frenata”.