La commissione Affari costituzionali del Senato ha approvato l’emendamento del governo alla riforma costituzionale sull’elezione diretta del presidente del Consiglio. L’emendamento riscrive l’articolo 92 della costituzione, rispetto alla formulazione originaria uscita dal Consiglio dei ministri, elimina il premio di maggioranza al 55%, introduce il limite dei due mandati per il premier e il potere di revoca dei ministri. “Da parte mia e da parte del governo c’è stata una volontà di venire incontro alle esigenze dell’opposizione. Mi auguro che nel proseguio dei lavori ci sia la consapevolezza da parte delle opposizioni di un dialogo che ho sempre tenuto e di un punto di caduta che è necessario trovare quando si discute una legge importante come la legge costituzionale. Ad oggi non ho avuto risposte, mi auguro che queste verranno il più presto possibile”, ha detto il ministro delle Riforme, Elisabetta Casellati.
Ecco i cambiamenti con la riforma costituzionale
Di seguito una schematizzazione di quanto prevede il disegno di legge:
- Elezione diretta del presidente del Consiglio che sarà in carica per 5 anni (con limite di due mandati consecutivi)
- Costituzionalizzazione di un premio – su base nazionale – tale da “garantire” in ambedue le Camere una maggioranza dei seggi alle liste e ai candidati collegati al presidente del Consiglio
- Scioglimento delle Camere da parte del presidente della Repubblica, qualora il presidente del Consiglio eletto non riesca a conseguire la fiducia parlamentare delle Camere o in caso di revoca della fiducia al premier eletto mediante mozione motivata
- In caso di dimissioni del presidente del Consiglio, conferibilità dell’incarico di formare il Governo a parlamentare diverso che sia stato candidato in collegamento, per attuare i medesimi impegni programmatici ed indirizzo politico