Economia e Lavoro

Prepensionamento per amianto: l’ONA intensifica le attività di assistenza dei lavoratori esposti alla fibra killer

di Massimo Maria Amorosini

Prosegue l’impegno dell’Osservatorio Nazionale Amianto – ONA, nella assistenza dei lavoratori per far ottenere loro il prepensionamento per esposizione ad amianto. Infatti, l’enorme utilizzo di amianto, in Italia, ha comportato, oltre al picco dei casi di mesotelioma, tumore del polmone, asbestosi, e altre patologie asbesto correlate, anche una sostanziale premorienza per tutti i lavoratori esposti ad amianto. In questo contesto, l’ONA, poiché con la L. 257/92, che ha messo al bando l’amianto, è stato stabilito il diritto al prepensionamento, pari al 50% del periodo di esposizione, e la rivalutazione dei ratei per chi è in pensione, è operativa con lo sportello di assistenza.

Questo strumento di tutela è centrale e fondamentale, per permettere a quei lavoratori, cui l’INPS ha negato il prepensionamento, per far ottenere loro il giusto riconoscimento dei loro diritti.

Un ex dipendente e un operaio ancora in forze alla Sgl Carbon di Ascoli Piceno hanno ottenuto il prepensionamento per amianto. Negato dall’INPS il diritto sancito per legge è stato riconosciuto dal Tribunale di Ascoli Piceno, che ha accolto il ricorso presentato attraverso l’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio nazionale amianto.

L’’INPS dovrà ora considerare tutto il periodo lavorativo degli operai e non solo una piccola parte, come aveva erroneamente fatto, permettendo così ai 2 di andare in pensione prima. Si sono, infatti, ammalati a causa dell’esposizione all’asbesto sul luogo di lavoro.

M.A. e di G.M.C., queste le iniziali dei due operai combattono, infatti, contro le placche pleuriche. Una patologia asbesto correlata riconosciuta dall’INAIL. Si tratta di infiammazioni della pleura, una membrana sottile che riveste i polmoni. Queste lesioni di natura cicatriziale sono spesso sottovalutate, invece vanno tenute sempre sotto controllo, perché in diversi casi possono evolvere in una neoplasia.

L’INAIL aveva riconosciuto per i ricorrenti l’esposizione all’asbesto per un periodo molto più breve rispetto a quello reale, creando loro un grave danno. La legge, infatti, riconosce una specifica agevolazione che prevede, per il conteggio ai fini pensionistici, di moltiplicare per 1,5 il numero di settimane coperte da contribuzione obbligatoria relativa a periodi nei quali è stata effettuata la prestazione lavorativa causa della malattia. Riconoscendo un tempo minore di esposizione all’amianto, i due operai non raggiungevano il numero di settimane previste per la pensione calcolata dall’INPS.

Entrambi, invece, hanno continuato a svolgere le stese funzioni per la Sgl Carbon di Ascoli Piceno per anni. L’ambiente di lavoro è sempre stato lo stesso e l’azienda in quel periodo non fu bonificata. Così, secondo il giudice, “è del tutto logico ritenere che questi sia stato esposto all’amianto fino al 2004 e non solo fino al 1990”.

“Le sentenze sono molto importanti – ha commentato l’avvocato Bonanni – perché affermano il diritto al prepensionamento in caso di malattia amianto, ovvero il diritto all’accredito delle maggiorazioni contributive che comportano il prepensionamento. Che troppo spesso l’INPS e l’INAIL continuano ad ostacolare. Dopo oltre 10 anni di battaglie che hanno coinvolto l’Ona anche negli organi istituzionali, come per esempio nella Regione Umbria dove sono stato convocato, per il caso della Sgl Carbon spa di Narni, queste sentenze aprono le porte anche al prepensionamento dei lavoratori di questo sito. Infatti, per quegli operai l’INAIL ha riconosciuto l’esposizione soltanto fino al 1992, mentre, invece, il Tribunale di Ascoli Piceno fino al 2004”.

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