La guerra di Putin

Putin taglia il gas alla Finlandia e ridisegna gli assetti militari contro i ‘Paesi ostili’. Nuove strategie militari del Cremlino

La fornitura russa di gas naturale alla Finlandia è stata interrotta, ha affermato la compagnia energetica statale finlandese Gasum dopo che il paese nordico ha rifiutato di pagare il fornitore Gazprom in rubli. “Le forniture di gas naturale alla Finlandia in base al contratto di fornitura di Gasum sono state interrotte”, ha dichiarato la compagnia finlandese in una nota aggiungendo che il gas sarà ora fornito da altre fonti attraverso il gasdotto Balticconnector, che collega la Finlandia all’Estonia. Ma va detto che da Mosca, starebbero per partire nuove ritorsioni, non solo contro la Finlandia, ma contro l’intero Occiudente, o meglio ancora contro quelli che definisce ‘paesi ostili’.

Mosca infatti si prepararerebbe a rispondere a quelle che definisce le “crescenti minacce militari” dell’Occidente: le domande per l’ingresso nella Nato di Svezia e Finlandia da un lato e le manovre, già in corso, dell’Alleanza atlantica sotto guida americana. Il Cremlino continua intanto a sfruttare la sua influenza energetica. A Helsinki da non arriva più gas russo, come ha confermato anche la compagnia energetica statale finlandese Gasum. Una conferma è arrivata poi anche da Gazprom. In Russia, entro fine anno, saranno dispiegati 2mila nuove “armi e veicoli moderni”, entreranno in servizio 20 nuove navi da guerra e 12 nuove basi militari verranno create nel Distretto militare della Russia occidentale, ha spiegato il ministro della difesa russo Sergei Shoigu, citato da Interfax. I confini occidentali della Federazione russa si preparano quindi a un’ulteriore militarizzazione, nonostante il presidente  Vladimir Putin negli scorsi giorni avesse detto di non essere preoccupato – per il momento – per i cambiamenti negli equilibri geopolitici determinati dalle pulsioni di Svezia e Finlandia verso la Nato. Se Putin aveva assicurato che Mosca avrebbe adottato contromisure solamente dopo aver visto quali basi e sistemi d’arma la Nato avrebbe schierato sui territori finlandesi e svedesi, secondo Shoigu è invece urgente agire. Anche perché, dice, gli Stati Uniti e i Paesi alleati stanno portando avanti manovre ai confini russi che “coinvolgono 40mila soldati”. Shoigu ricorda come negli ultimi otto anni Washington avrebbe aumentato “di 15 volte i voli dei loro bombardieri strategici in Europa”. A preoccupare il ministro della Difesa ci sono poi le missioni delle navi americane che, dall’inizio del 2022, sono state organizzato nel Baltico, avvicinandosi all’exclave russa di Kaliningrad. Un altro fronte su cui Stati Uniti e Paesi occidentali si starebbero muovendo per colpire la Russia è quello della cyber-guerra. È stato lo stesso Putin, in un discorso al Consiglio di sicurezza nazionale, ad aver parlato di un “crescente” numero di attacchi da quando è iniziata la guerra in Ucraina. Il presidente russo ha però sottolineato che le aggressioni sono fallite – proprio come le “sanzioni in generale” – perché “eravamo preparati”. Dal 2025, Mosca vieterà di “utilizzare sistemi stranieri per la protezione delle informazioni”. Come già successo con Polonia e Bulgaria, Mosca ha poi annunciato che già da oggi vengono interrotte le forniture di gas verso la Finlandia. Helsinki non ha accettato il sistema di pagamenti che prevede la conversione in rubli delle somme versate in dollari o euro alla Gazprom.  “Le forniture alla Finlandia in base al contratto di fornitura di Gasum sono state interrotte”, ha dichiarato la compagnia statale finlandese in una nota. Il gas sarà ora fornito da altre fonti attraverso il gasdotto Balticconnector che collega la Finlandia all’Estonia. Resta alta l’allerta anche per le forniture di armi occidentali all’Ucraina. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov (in foto) ha detto che Mosca si riserva di adottare “misure preventive”, anche per l’eventuale consegna dagli Usa a Kiev di missili antinave Harpoon, ipotizzata da fonti governative e del Congresso americano in dichiarazioni alla Reuters. Gli Stati Uniti starebbero poi diffondendo “false notizie” sull’affidabilità delle armi utilizzate dall’esercito di Mosca in Ucraina, nel tentativo di boicottare le vendite russe sul mercato internazionale. L’accusa arriva da Alexander Mikheyev, amministratore delegato di Rosoboronexport, società che gestisce le esportazioni russe nel settore della difesa. Secondo Mikheyev, però, la campagna di disinformazione messa in piedi da Washington non starebbe funzionando: il portafoglio di ordini per armi di Mosca – assicura – vale ancora 50 miliardi di dollari.

aggiornamento la Guerra di Putin ore 16.05

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