Economia e Lavoro

Reddito di cittadinanza, Napoli è il centro dell’emergenza. Cgil Napoli e Campania: “Centri per l’impiego e servizi sociali nel caos”

“Al mese di giugno 2023, a Napoli erano 133mila i nuclei familiari che beneficiavano del reddito di cittadinanza. A fine anno, quindi, ci ritroveremo con 360mila persone che non avranno più un sostegno economico. Già sette mesi prima dell’avvio della procedura di cancellazione del reddito di cittadinanza tutti sapevano, ma i Centri per l’impiego non si sono fatti trovare pronti ad intrecciare offerta e domanda di lavoro, lasciando da soli Comuni e Inps”. Lo ha detto il segretario generale della Cgil Napoli e Campania, Nicola Ricci, intervenendo alla trasmissione di Raiuno, Uno Mattina Estate. “Anche domani a Napoli – ha aggiunto Ricci – ci saranno nuove manifestazioni di protesta e di fronte a tutto ciò serve senso di responsabilità da parte di tutti. Se non si fa un’operazione di chiarezza e verità e si mettono Inps e Centri per l’impiego nella possibilità di dare risposte a queste persone, non si farà altro che gettare benzina sul fuoco. Responsabilmente tutti i soggetti in campo, a partire dai sindacati, non possono consentirlo”. “A Napoli – ha ricordato Ricci – il reddito di cittadinanza ha compensato anche salari legati a lavori di poche ore, seppure in trasparenza. Vedersi ridurre della metà il sostegno, da 700 a 350 euro, senza una prospettiva di occupabilità e per appena 10 mesi non serve a nulla. Soprattutto se la platea è composta anche da over 55. In un sistema di politiche attive del lavoro – ha continuano – bisogna programmare le scadenze. C’è una parte di Italia che non può stare al passo con questa riforma, che riteniamo sbagliata, per questo abbiamo chiesto almeno 7 mesi di proroga. E poi c’è un problema di banche dati che non comunicano. L’incrocio tra domanda e offerta non ci può essere in queste condizioni”. “Per accedere a questa nuova misura – ha concluso Ricci – bisognerà sostenere dei colloqui che vanno dai 40 ai 50 minuti, quindi immaginiamo cosa succederà negli uffici dei centri per l’impiego e dei servizi sociali, che sono da tempo alle prese con carenza di personale”.

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