Esteri

Senegal, c’è un nuovo Presidente e non è il frutto di un golpe

 

In un altro paese africano,  Il Senegal,ha avuto un cambiamento di governo, questa volta non tramite un colpo di stato militare come avvenuto di recente in qualche Paese del Sahel, ma a seguito delle elezioni.

Tuttavia, la figura del nuovo presidente appare innovativasotto molti aspetti, e l’Europa, ma soprattutto Francia ex poyenza coloniale dell’area, non nasconde le proprie preoccupazioni.

La straordinaria ascesa di Bassirou Diomai Fayepone fine a un periodo di incertezza della politica senegalese che ha colto molti di sorpresa.

I mesi trascorsi in prigione con l’alleato e leader del partito d’opposizione, Ousmane Sonko, si è concluso inaspettatamente una settimana prima delle elezioni presidenziali. Ora “Cleany”, come è stato soprannominato con tanto di scopa in mano,, deve dare il via alle riforme promesse.

Durante la campagna elettorale ha promesso cambiamenti “radicali” – dall’introduzione di una nuova valuta e la rinegoziazione dei contratti di petrolio e gas, al cambiamento delle relazioni del Senegal con la Francia e con la lingua francese, generalmente diffusa fra almeno una decina di diversi dialetti o vere e proprie lingue.

“Metodico” e “umile” sono le parole spesso usate per descrivere l’ex esattore delle tasse, che il 25 marzo ha festeggiato il suo 44esimo compleanno, il presidente più giovane del continente.

“Non è mai stato un ministro o uno statista, quindi i suoi critici mettono in la sua mancanza di esperienza”, ha riferito un esperto di cose africane ala BBC.

La lotta alla povertà, all’ingiustizia e alla corruzione sono l’obiettivo principale del nuovo presidente che prima della nomina aveva creato, con il suo partito,un gruppo di lavoro sindacale per combattere la corruzione.

Gli accordi su gas, petrolio, pesca e difesa devono essere rinegoziati per servire meglio gli interessi del popolo senegalese, afferma Faye, promettendo una “rottura” con il passato che preoccupa particolarmente Parigi.Non solo, ma ha promesso  che abbandonerà il tanto criticato franco CFA senegalese , che è ancorato all’euroe sostenuto dall’ex potenza coloniale.

Per Faye  la soluzione ideale sarebbe quella di introdurre una nuova valuta senegalese, o meglio ancora, che il Senegal aderisca all’ECO,la proposta moneta unica per tutta l’Africa occidentale,che verrà introdotta nel 2027, ma  ammette che la strada è ancora lunga

Bassirou Diomai Faye è stato indicato come candidato alle presidenziali già a febbraio  come parte del cosiddetto “Piano B”, ovvero in sostituzione del carismatico leader dell’opposizione Ousmane Sonko.

Entrambi i politici hanno fondato il partito ormai sciolto PASTEF (Patrioti africani del Senegal) e  hanno lavorato nel dipartimento delle imposte, ed entrambi sono stati incarcerati per corruzione, accusa successivamente caduta.

Il partito, fondato da due amici, ha attirato l’attenzione dei dipendenti pubblici di medio livello che si sono sentiti frustrati e impotenti mentre guardavano i loro superiori rubare denaro e ricevere tangenti impunemente.

Il presidente francese Emmanuel Macronaveva così tanta fretta di congratularsi con Faye  che non ha nemmeno aspettato che il politico senegalese fosse ufficialmente dichiarato vincitore, proponendogli, su X,  di “continuare e rafforzare” i legami tra i due  paesi.

Anche il capo della politica estera dell’UE, Josep Borrell, si è affrettato a congratularsi. Faye, nel frattempo, ha detto che il Senegal rimarrà un “alleato affidabile” ma che intende ottener maggiori vantaggi dal rapporto con Parigi.

Anche l’UEha grande un forte interesse a sviluppare le relazioni con Dakar: da più di un anno  è in trattative con il governo senegalese per un programma per la  gestione della migrazionea seguito del forte aumento del numero di senegalesi e di altri africani che cercano di entrare Spagna.

Per quanto riguarda l’Italia, dove il numero di immigrati senegalesi è notevole non risultano relazioni particolari.

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