Roma Capitale

Sequestro Moro, rinvio dell’asta sul volantino delle Br. Sarà battuta il 27 gennaio

L’asta del volantino delle BR, il primo di una lunga serie dopo il sequestro del Presidente della DC Aldo Moro, sarà battuta il 27 gennaio 2022 a partire dalle ore 15,00 presso la sede di Bertolami Fine Arts S.r.l. in Piazza Lovatelli 1, a Roma. Originariamente era stata fissata per il 18 gennaio.  Sono previste-precisa una nota ufficiale della Sala d’Aste- le seguenti modalità di partecipazione: di persona presso i locali in cui l’asta sarà battuta, telefonica, online previa registrazione sul nostro sitowww.bertolamifineart.com o sui portali partner (vedi elenco sotto riportato), tramite offerta scritta fatta pervenire entro le 12,00 CET di giovedì 27 gennaio. Ma ancora questa mattina, sul sito della Casa d’Aste Bertolami Fineart, leggiamo testualmente le caratteristiche base della vendita all’asta: “Stima: 1.300,00/1.700,00 €; Base d’asta:600,00 EUR; Offerta attuale: 13.000,00 EUR; Numero delle offerte pervenute:39; titolo, MORO, Aldo (Maglie, 23 settembre 1916 – Roma, 9 maggio 1978); Volantino rapimento Moro, Brigate Rosse”.

Ancora oggi la Bertolami Fineart parla espressamente di un Volantino originale distribuito all’indomani del rapimento di Aldo Moro, ad opera delle Brigate Rosse. “Questo fu il primo di una serie di comunicati che seguirono fino all’epilogo con la soluzione finale della vicenda Moro. Drammatico testo di propaganda, redatto e fatto pervenire alle organizzazioni giornalistiche perché divulgassero le motivazioni del rapimento, e le ragioni politiche di lotta di classe che spingevano la rivoluzione brigatista negli anni ’70 ad essere così violenta. Il volantino con intestazione Brigate Rosse e la stella a cinque punte all’interno di un cerchio, inizia recitando “giovedì 16 marzo un nucleo armato delle brigate rosse ha catturato e rinchiuso in un carcere del popolo Aldo Moro, presidente della Democrazia Cristiana,.16/3/78, firmato “Per il comunismo Brigate Rosse”. Il volantino ciclostilato su carta, misura circa cm.33×22, con 80 righe di testo scritte su entrambe le facciate, presenta lievi strappi ai bordi, foglio piegato in quattro che lascia leggere pieghe centrali ma in complesso è in condizioni molto buone. Misura circa cm.33×22, lievi strappi ai bordi, pieghe centrali, in condizioni molto buone”. “Brigate Rosse per il comunismo”.

In questi giorni ad occuparsi della questione è stato anche Libération, il famoso quotidiano di riferimento della sinistra francese fondato nel febbraio del 1973 da Jean-Paul Sartre, diretto oggi da Dov Alfon, già redattore capo del quotidiano israeliano Haaretz e succeduto a Laurent Joffrin. Vicenda sollevata, ricordiamo, in anteprima dal Presidente dei Cronisti Romani Pierluigi Franz, che è anche consigliere nazionale dell’Ordine dei giornalisti, e su questo nei giorni scorsi ha scritto un esposto denuncia al Procuratore Generale della Corte d’Appello di Roma dr. Antonio Mura chiedendo che la vendita del volantino delle BR venisse quanto meno sospesa.

Pierluigi Franz nel suo esposto pubblico poneva allo stesso Procuratore Generale della Corte d’Appello di Roma alcuni interrogativi anche pesanti. “In proposito -sottolineava il giornalista- non sarebbe, forse, ravvisabile la violazione sia dell’art. 21 della Costituzione in tema di stampati illegali, sia dell’art. 15 della legge 8 febbraio 1948, n. 47 – Disposizioni sulla stampa? Quest’ultima norma, si legge nella denuncia di Pierluigi Franz al PG Antonio Mura-  intitolata “Pubblicazioni a contenuto impressionante o raccapricciante” prevede che: “Le disposizioni dell’art. 528 del Codice penale si applicano anche nel caso di stampati i quali descrivano o illustrino, con particolari impressionanti o raccapriccianti, avvenimenti realmente verificatisi o anche soltanto immaginari, in modo da poter turbare il comune sentimento della morale o l’ordine familiare o da poter provocare il diffondersi di suicidi o delitti. Peraltro la pubblicità di tale volantino, amplificata dalla possibilità di vederlo sul computer e stamparlo online moltiplicandone così la sua diffusione non può forse integrare il reato di apologia di delitti con finalità di terrorismo: banco di prova per la tenuta dei principi fondamentali dell’ordinamento penale cui fanno riferimento gli artt. 414, terzo comma, c.p., che punisce con la reclusione da uno a cinque anni «chi pubblicamente fa l’apologia di uno o più delitti» e l’art. 270 bis c.p., che prevede il reato di associazione con finalità di terrorismo”.

Le reazioni che sono seguite a questa presa di posizione del Presidente dei Cronisti Romani, che per altro come inviato del Corriere della Sera aveva seguito nel 1978 le fasi più delicate e angosciose del sequestro Moro sono state di vario genere, ma non sufficienti evidentemente a bloccare l’asta in corso. Ne fa espresso riferimento nel suo reportage anche l’inviato di Liberation, Eric Jozsef, attuale corrispondente del giornale parigino a Rome.  Ma torniamo a Libération. Questo il titolo del reportage dall’Italia: “Caso Moro, in Italia è controversa l’asta di un volantino delle Brigate Rosse”. In occhiello invece si legge: “Una copia d’epoca di un documento del gruppo terroristico che rivendica il rapimento del leader della Democrazia Cristiana Aldo Moro il 16 marzo 1978 sarà in vendita il 27 gennaio. Un’iniziativa che divide il Paese e interroga la memoria collettiva”.

La vendita all’asta è rimasta dunque tutta in piedi, l’unica novità sostanziale è questo spostamento di data della chiusura d’asta al prossimo 27 gennaio. Uno slittamento di quasi dieci giorni rispetto ai programmi iniziali, ma non è ancora per niente chiaro quale sia il vero motivo alla base di questa decisione. “Noi come casa d’aste – ripete il titolare Giuseppe Bertolami- facciamo semplicemente il nostro lavoro, non speculiamo su nulla. Questo è comunque un pezzo di storia italiana. Se fosse stato un pezzo di storia gloriosa, nessuno ne avrebbe parlato. Ma visto che tratta di un pezzo triste, tutti ne parlano”

Fonte primapaginanews.it

Nel reportage dedicato a questa vicenda Libération fa espresso riferimento alla reazione negativa della storica italiana Ilaria Moroni, autorevolissima direttrice dell’Archivio Flamigni, l’Associazione costituita il 4 ottobre 2005 con lo scopo di catalogare, inventariare e rendere disponibile la vasta documentazione acquisita e conservata dal sen. Sergio Flamigni in oltre sessanta anni di lavoro politico, attività parlamentare e ricerca storica, in particolare strettamente legata al suo impegno quale membro delle Commissioni Parlamentari d’Inchiesta sul caso Moro, sulla P2, e sulla mafia. “Io ho fatto presente a Libération -dichiara a Giornalistitalia Ilaria Moroni- che purtroppo non è questa l’unica copia del volantino di quel giorno. Pensi che nel processo Moro di questo volantino ce ne sono 41 esemplari che sono tutti originali e identici. La prima cosa che ho fatto quindi è stata quella di sollecitare il ministero della Cultura affinché predisponesse un sequestro, perché se fosse stato un documento originale, l’unico, il Ministero della cultura avrebbe avuto il diritto di prelazione. Questo naturalmente una volta accertato che si tratta di un documento storico originale, e una volta esperita l’asta. Sono veramente stupita della somma a cui oggi è arrivata l’asta, 13 mila-14 mila euro per un volantino stampato magari in mille copie. Noi in realtà non sappiamo in quante copie è stato stampato questo ciclostile. Sicuramente ho spiegato al giornalista di Libération che la Procura, essendoci ancora un processo aperto sul Caso Moro, avrebbe potuto predisporre un sequestro, anche perché è un documento che a tutti gli effetti essendoci un processo ancora aperto potrebbe essere tranquillamente sequestrato dalla magistratura. Detto ciò, è ovvio che noi che conserviamo documentazione anche di privati che mettono a disposizione quello che hanno perché tutti ne possono avere libero accesso, per me è assolutamente inappropriato che si possa lucrare su un documento del genere”.

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