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Strage della funivia del Mottarone, annullati i domiciliari agli ingadati

Sono stati annullati, dalla Corte di Cassazione, gli arresti domiciliari nei confronti di Luigi Nerini ed Enrico Perocchio, indagati per l’incidente alla Funivia del Mottarone, avvenuto il 23 maggio dello scorso anno, in cui morirono 14 persone.
La Cassazione, in un provvedimento depositato questa mattina, ha dunque annullato il provvedimento dell’ottobre scorso, in cui si accoglieva il ricorso presentato dalla Procura di Verbania, e reso nulla la decisione adottata dal Tribunel del Riesame di Torino nei confronti di Enrico Perocchio, direttore di esercizio della funivia, in merito alla scelta di porlo ai domiciliari, mentre non c’è stata alcuna pronuncia in merito alle esigenze cautelari e al quadro indiziario, che restano confermati.
Per quanto riguarda invece Nerini, che è il titolare dell’impianto, la Cassazione ha reso nullo l’intero provvedimento, e si attendono le motivazioni per capire quale o quali punti debbano essere rivalutati. Lo scorso venerdì c’era stata l’udienza inerente il ricorso presentato dalle difese contro il provvedimento adottato dai giudici torinesi per ribaltare l’ordinanza del 29 maggio scorso, con la quale il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Verbania, Donatella Banci Buonamici, aveva rigettato la richiesta di convalida del fermo per Nerini, Perocchio e Andrea Tadini, nonchè la richiesta di custodia cautelare inoltrata dalla Procura per tutti eccetto Tadini, per il quale sono stati chiesti gli arresti domiciliari. I tre furono arrestati il 26 maggio scorso, tre giorni dopo la tragedia a cui è sopravvissuto soltanto un bambino, il piccolo Eitan. A fermarli furono il Procuratore della Repubblica Olimpia Bossi e il pm Laura Carrera, che conducevano l’inchiesta.
Il provvedimento del gip era stato poi impugnato dai pm, e a ottobre, il Tribunale del Riesame aveva ravvisato la necessità della custodia cautelare, ordinando di mettere Perocchio e Nerini agli arresti domiciliari. In seguito, l’ordinanza è stata oggetto del ricorso in Cassazione da parte delle difese. Nei confronti di Perocchio e Nerini non sono state applicate misure cautelari, mentre Tadini è stato arrestato e poi rimesso in libertà per decorrenza dei termini.

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