Economia e Lavoro

Super bollo auto, la tassa che spaventa!

 

di Flavia Zandonati

Alla nomina di un nuovo Governo la domanda torna puntuale: verrà abolito il super bollo per le auto? Di recente si è riaccesa l’attenzione sulla tanto contestata imposta.

In molti la considerano una misura in grado di generare tanta confusione nella già fitta giungla tributaria. Sulla base di stime fatte scopriamo che tre anni fa il super bollo è valso circa 127,5 milioni di euro. A tale somma occorre aggiungere quella di 17,7 milioni provenienti dalle sanzioni comminate per mancata corresponsione della tassa.

Nello specifico il super bollo auto è un’addizionale erariale, cioè un tributo che non sostituisce bensì si somma al classico bollo. Diversamente da quest’ultimo la prestazione deve essere effettuata verso l’agenzia delle Entrate .  Il rinnovo anche qui avviene a cadenza annua, ma l’importo diminuisce progressivamente:

-dopo il 5° anno va corrisposto il 60 per cento

– trascorso il 10° anno si salda il 30 per cento

– passato il 15° anno bisogna pagare il 15 per cento

– al raggiungimento del 20° anno l’obbligo decade.

Il versamento del super bollo auto va necessariamente effettuato con il modello F24 “elementi identificati”,per quanto riguarda la scadenza, invece, è la stessa del bollo “normale” ed è sempre possibile risanare la propria posizione entro l’ultimo giorno del mese successivo. Se, ad esempio, la scadenza cade a novembre, entro il 31 dicembre si potrà corrispondere il superbollo auto senza incorrere in penalità. Il rinnovo, come abbiamo riportato in precedenza, avviene di anno in anno.

Vediamo nel dettaglio la storia del super bollo auto: era il 1976 quando  il Decreto Legge n. 691 lo istituisce per i mezzi di trasporto spinti da propulsore diesel. È un momento storico particolare per il comparto quattro ruote Made In Italy, che perde improvvisamente smalto a causa di vari fattori. La domanda interna subisce un drastico calo e lo Stato deve, pertanto, agire il prima possibile. L’imposta prevista fu di 12mila lire per ogni cavallo fiscale perseguendo così due obiettivi:

  • Contenere le emissioni inquinanti;
  • Far fronte alla maggiore competitività del mercato internazionale.

Se inizialmente viene introdotta come tasse di circolazione nel 1982 diventa una tassa di proprietà. Emergono numerose proteste poiché bisognava comunque saldarla a prescindere dall’effettivo impiego, il che provoca una serie di contraddizioni.

La sovrattassa vera e propria giunge nel 1988 e vige per 5 anni, senza evitare di assestare un duro colpo al mercato automobilistico. Nello specifico la quota di mercato degli esemplari a gasolio perde circa 20 punti percentuali e, di conseguenza, crollano i proventi per il Fisco.

Lo spettro della tanto detestata  imposta inizia a preoccupare gli italiani appassionati di auto verso la metà dei primi anni duemila. Pur non chiamandosi ufficialmente super bollo auto, esso  sopraggiunge con il Governo Prodi nel 2006. Indipendente dai nomi attribuitegli si tratta di un extra da sborsare per il possesso di veicoli aventi una potenza di oltre 100KW.

Nella sua stretta accezione ovvero “super bollo” diventa realtà con il governo Berlusconi., nello specifico ogni 10 euro per ogni KW che supera i 225 KW.

Con l’era di Monti, verso la fine del  2011, il tetto si abbassa a 185KW e il costo schizza a 20€/kw per le vetture con meno di 5 anni di età.

Al momento gli automobilisti italiani altro non dovranno fare che aspettare, con l’arrivo della nuova legge di bilancio, infatti, potrebbero esserci dei cambiamenti, chissà , magari super car alla portata di tutti.

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