Economia e Lavoro

Tante proposte al Governo dal Congresso di ConfimpreseItalia

La Relazione del Presidente D’Amico e gli ospiti della grande manifestazione

Partito il 25° Congresso  Confimprese Italia all’ Hotel Ambasciatori Ambasciatori  di Fiuggi. Apertura partecipata con oltre 280 delegati giunti da numerosi Paesi Esteri, dove ConfimpreseItalia ha le sue rappresentanze. Un Congresso che oltre a rinnovare il vertice della Confederazione, accenderà i riflettori sui temi del fisco e del credito, del Pnrr, dell’innovazione, della transizione ecologica, dell’export, e tutto ciò che ruota attorno al mondo delle micro, piccole e medie imprese che rappresentano la chiave della ripartenza dell’Italia dopo la pandemia. Nella giornata di apertura l’intervento della ministra del Sud  Mara Carfagna, intervistata dal giornalista Brachino. Carfagna ha affrontato tutti i temi caldi della politica, tra questi anche la volata per il Quirinale, ma anche e soprattutto lo sviluppo economico nelle aree del Mezzogiorno meno sviluppate. Il Pnrr potrebbe essere il punto di svolta. Secondo la titolare della Coesione Territoriale, far salire il Pil del Mezzogiorno porterebbe l’Italia ad avere una posizione da leader economico in Europa. All’apertura del Congresso hanno portato il loro saluto numerosi esponenti politici regionali e locali, tra questi l’Assessore regionale al Lavoro, Claudio Di Berardino, il Consigliere Regionale, Mauro Buschini, il Rettore dell’Università Marco dell’Isola, Il Presidente del Consorzio Asi, Francesco De Angelis, Il Presidente dell’Ente Nazionale del Microcredito Mario Baccini, che, nel corso della serata ha partecipato ad un Forum sul Microcredito. In apertura i saluti del Sindaco di Fiuggi Alioska Baccarini, Antonio Pompeo, Presidente della Provincia di Roma e di Giovanni Acampora, Presidente della Camera di Commercio di Latina e Frosinone, che ha riconosciuto il valore e le intuizioni di ConfimpreseItalia, che ha un ruolo di primo piano nell’Ente Camerale. Poi la relazione del Presidente Guido D’Amico che ha posto al centro del suo intervento tutti i temi di interesse delle micro, piccole e medie imprese, che ConfimpreseItalia rappresenta. Ricordando anche i 25 anni di storia della Confederazione partiti proprio dalla cittadina termale. D’Amico ha chiesto al Governo, dopo lo stop generato dal Covid un maggiore impegno nel tutelare chi decide con coraggio di aprire una attività economica ora, e che dovrebbe essere sostenuto con sgravi fiscali fiscali e contributivi per almeno due anni, oltre all’esonero del pagamento delle tasse. D’Amico ha definito nel corso della sua relazione eroi tutti coloro che oggi hanno deciso di aprire un’attività imprenditoriale. Tanti i punti toccati nella sua relazione e che saranno motivo di dibattito congressuale. Ecco le proposte formulate dal Presidente D’Amico nel corso del suo intervento:

Le proposte

“In questo Paese il paradosso è che quando si parla di fisco e di burocrazia a pesare le parole devono essere quelli che chiedono cambiamenti. Beh, noi non peseremo le parole – ha scandito D’Amico – perché stiamo chiedendo misure normali, eque, giuste, opportune. Noi chiediamo il Giubileo fiscale, con la cancellazione soltanto delle sanzioni e degli interessi. Significa che non è un condono. Ripeto: non è un condono. Significa che si tratta di un’opportunità per il rilancio. E anche e soprattutto di un ristoro vero nei confronti di chi da quasi due anni ha visto azzerarsi le entrate. Giubileo fiscale fa rima con equità sociale. In maniera sostanziale.
Chiediamo l’eliminazione dell’Irap, con il suo assorbimento nell’Irpef. Parliamo di una tassa che ha massacrato e sta massacrando le imprese, soprattutto quelle più piccole. Non c’è chi non veda come una misura del genere possa davvero rappresentare il volano di una ripresa fondata sulla FIDUCIA. Sì, cari amici: FIDUCIA. Noi l’abbiamo dimostrata anche quando abbiamo visto contraddizioni, negligenze, errori. Non abbiamo mai perso il rispetto verso lo Stato e le istituzioni. Oggi però siamo noi a chiedere FIDUCIA. L’eliminazione dell’Irap con il suo assorbimento nell’Irpef sarebbe un grandissimo segnale.

Per restare in tema di tasse, relativamente alla Flat tax, si auspicava, in particolare, l’ampliamento del limite dagli attuali 65.000 Euro ad almeno 100.000 euro. Fino ad ora, però, nulla si è mosso. Ecco, noi chiediamo di procedere invece con tale estensione. Aumentare il tetto della Flat tax a 100.000 euro comporterebbe l’eliminazione di una distinzione senza senso. La misura percentuale si applicherebbe in maniera uguale. Sarebbe una spinta enorme.

Chiediamo di convertire una percentuale del finanziamento ottenuto ai sensi dell’articolo 13 del decreto liquidità in contributo a fondo perduto, prevedendo 15 anni per i rimborsi. Sono concetti fondamentali per l’effettivo sostegno alle imprese. La liquidità e il fondo perduto devono “sposarsi” con il dare la possibilità di “rifiatare”. Perciò i 15 anni per i rimborsi. Se non ora, quando?

Chiediamo di equiparare il settore del turismo a quello industriale. Perché? Semplice: per intercettare tutte le agevolazioni previste. Penso alle aree di crisi. Penso alle zone franche urbane. Il turismo è stato il settore maggiormente colpito dalla pandemia. Si avverte il bisogno di misure eccezionali e di grande impatto. Sempre per il turismo, proponiamo per almeno due anni una riduzione delle aliquote Iva di riferimento.
E per restare in tema di tasse, lo diciamo forte e chiaro. Anzi, cari amici, lo sillabiamo: rateizzazione, saldo e acconto, delle imposte del 2021 in cinque anni.

Rateizzazione, saldo e acconto, delle imposte del 2021 in cinque anni.Questo sì che sarebbe un elemento di forte discontinuità, una misura che va nella direzione del Paese reale e non del Paese fiscale. Una misura di uno Stato che si occupa dei propri cittadini, che ne capisce le esigenze. Di uno Stato che consente alle imprese di programmare la ripresa. Perché signori, forse non è chiaro: sono le imprese la spina dorsale del Paese. Specialmente le micro imprese, le piccole imprese. Non stiamo chiedendo l’elemosina. Stiamo chiedendo l’applicazione di misure di lucidità e di equità.

Così come occorrono indennizzi veri per i costi fissi che devono sopportare le microimprese. E penso anche al credito d’imposta per i proprietari che affittano alle piccole e medie imprese.

D’Amico ha anche dedicato un passaggio del suo intervento al sistema delle Camere di Commercio: “Vengo dall’esperienza dell’accorpamento tra gli enti camerali di Frosinone e Latina. Un successo. La Camera di Commercio del Basso Lazio ha potenzialità enormi. Già rappresenta un punto di riferimento per le imprese e per i territori. E allora dobbiamo avere il coraggio di effettuare il passo successivo: eleggiamo i vertici e gli organi delle Camere di Commercio con il voto diretto degli iscritti. Sarebbe un segnale di democrazia, di trasparenza, di motivazione e di partecipazione dal basso. Perché ad essere protagoniste sono sempre le imprese”.

Infine i temi legati al Pnrr ed alla ricostruzione del sistema Paese nel dopo-pandemia.

 

“Ricostruzione e futuro – ha detto ancora D’Amico – rappresentano il binomio di questi nostri tempi moderni. Nei prossimi anni saremo chiamati a gestire gli strumenti e le opportunità che l’Europa e l’Italia hanno messo a disposizione. Ricordo che, per il nostro Paese, ai 195 miliardi del PNRR, si affiancheranno ulteriori rilevanti risorse provenienti tanto da fondi speciali nazionali quanto da quelli strutturali europei. Bisognerà spendere bene e in tempi rapidi. Lo si può fare se si parametrano i progetti sulle reali esigenze di chi porta avanti il Paes. E quindi soprattutto le piccole imprese.  Serve una spesa di qualità, altrimenti alle future generazioni lasceremo solo ulteriori debiti. Gli strumenti messi in campo dall’Unione europea contro il Covid, come ha ricordato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, “non sono una tantum ma hanno cambiato la concezione del sostegno comunitario e sono ormai irreversibili”.

 

Poi sul boom dell’economia nazionale: “La ripresa dell’economia italiana è fortissima. Siamo ad una crescita del 6% e, per il 2022, stimata intorno al 5%. La nostra economia ha dimostrato di saper reagire. In tutte le sue componenti. Però non possiamo, non dobbiamo e non vogliamo dimenticare che la spesa per alberghi, bar e ristoranti, alla fine del 2021, sarà ancora inferiore di circa 34 miliardi di euro rispetto al 2019. La pandemia non è alle spalle signori. Per questo motivo, oltre alle misure del Pnrr, occorrono provvedimenti come quelli che abbiamo proposto. Teniamo presente che la crisi del turismo significa anche crisi della cultura, dei teatri, del cinema, dell’intrattenimento, dello sport. In questa fase l’Italia sta correndo per tornare ai livelli del 2019. Ma quello sarà un punto di partenza, perché il vero punto di arrivo sarà rappresentato dalla crescita forte e duratura. E in questa partita saranno protagonisti i settori del terziario.

Ma una RIPRESA duratura ha bisogno di certezze. Nel campo del lavoro, nel campo degli investimenti, nel campo dell’export”. Su questo punto D’Amico ha sottolineato come ConfimpreseItalia sia tra i firmatari del Patto per l’Export fortemente voluto dal ministro degli Esteri Di Maio, che domenica sarà a Fiuggi, e pienamente condiviso dalla Confederazione. Infine i Consumi interni: “Se non ripartono i consumi il Paese non si metterà mai davvero in moto. I consumi stanno accelerando, ma tutte le stime dicono che nemmeno alla fine del 2022 ci sarà un pieno recupero di quanto perso in questi quasi due anni. Non lo dimentichiamo. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza si propone di innalzare il tasso di crescita, del prodotto potenziale della nostra economia dallo 0,6% annuo all’1,4%. Per farlo non bastano le risorse, servono le riforme. Le riforme tratteggiano un nuovo modo di stare insieme, di vivere, di rapportarsi, di interagire. Sono la grande priorità del Paese. Per farle però occorre CONDIVISIONE”.

Ed ancora un passaggio su Digitale e credito: “La transizione digitale è un’opportunità straordinaria per le piccole e medie imprese. Accettare la transizione digitale vuol dire accettare la sfida del cambiamento ed essere protagonisti del mercato. Ma le imprese devono essere messe nella condizione di fare investimenti. Investimenti, liquidità, solidità patrimoniale: è un terreno sul quale resta tanto da fare nonostante gli interventi a sostegno. Servono i finanziamenti garantiti dal Fondo Centrale, la proroga della moratoria dei prestiti bancari e il rafforzamento del sistema dei Consorzi fidi. Ho sempre ripetuto (perché ne sono convinto) che il “credito buono” aiuta l’economia e scoraggia le pratiche illegali. Le imprese, soprattutto quelle più piccole, hanno bisogno del coinvolgimento di banche, intermediari finanziari e investitori istituzionali. Hanno bisogno di fiducia. Per il resto, ha ragione Mario Draghi: no a nuove tasse, perché in questa stagione lo Stato deve dare e non prendere. Abbiamo bisogno di meno imposte e di imposte più semplici. È fondamentale abbassare la pressione fiscale sui redditi da lavoro dipendente e indipendente.Inoltre, andrebbero potenziati i meccanismi di detassazione di utili e patrimoni destinati ad attività economica, nonché reso più flessibile l’utilizzo delle perdite di esercizio”.
Poi le conclusioni dell’intervento del Presidente uscente: “Intendo proseguire insieme lungo la strada che insieme abbiamo tracciato e percorso. Siamo una squadra. Quest’estate l’Italia ha primeggiato nello sport per il suo essere squadra. Abbiamo vinto in ogni disciplina, dagli europei di calcio alle Olimpiadi. E mi piace ricordare una frase del commissario tecnico della Nazionale di calcio Roberto Mancini: il campione vince una partita, ma è la squadra che vince il campionato”.

Nel corso di questa tre giorni i Delegati, oltre che partecipare ai vari Focus predisposti dalla Confederazione, avranno l’occasione di confrontarsi sul futuro della Confederazione.

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