Cronaca

Travolse e uccise 8 ciclisti, torna in libertà e provoca un nuovo incidente stradale. La rabbia dei parenti delle vittime

“Sono indignata, furibonda. Vorrei sapere chi gli ha ridato la patente a questo signore? I giudici l’avevano quasi graziato, all’epoca, condannandolo a 5 anni dopo aver ucciso 8 persone”. Questa la rabbia di Simona Cannizzaro, figlia di Giovanni, uno degli 8 ciclisti che il 5 dicembre 2010 fu travolto e ucciso sulla statale 18 Tirrenica dal marocchino Chafik Elketani, oggi 33enne. Lunedì, undici anni dopo quella strage, Elketani ha causato un altro incidente mortale sulla strada dei Due Mari, tra Marcellinara e Lamezia Terme (Catanzaro). Ma è il passato che non ha insegnato nulla. Il 5 Dicembre 2010 Chafik, nato in Marocco, è alla guida di un auto che non potrebbe e non dovrebbe guidare già da sette lunghi mesi. Il dovere di cronaca impone di ricordare che la patente gli fu tolta proprio a causa di un sorpasso azzardato. Davanti a lui corrono 8 ciclisti, assolutamente ignari di ciò che gli sta per succedere, incoscienti della sfortuna che gli toccherà subire. Elketani viaggia sotto effetto di stupefacenti, come solo più tardi e inutilmente, verrà accertato dall’ospedale incaricato di prestare aiuto all’investitore di quelle otto persone. Li investe tutti, azzardando un sorpasso che solo l’avventatezza e l’assoluta mancanza di contatto con la realtà possono spiegare. Esce dalla sua corsia e non si accorge della pioggia, delle sue condizioni psicofisiche alterate e del bambino che ha a fianco. Con la furia del suo gesto, travolge otto amici e stravolge l’esistenza di altrettante famiglie. Con la sentenza del 28 ottobre il gup Carlo Fontanazza condanna l’investitore marocchino ad otto anni di pena carceraria. Le tragiche polemiche dei familiari delle vittime non tardano ad arrivare. Dicono che la sentenza è iniqua. Che quel maledetto numero otto che sembra andare e poi tornare, lungo tutta questa vicenda, ha colpito ancora le vittime che loro piangono. Otto anni, per otto vite. Una vita, per ogni anno. Il carcere, dicono, non può essere così morbido per un assassino. “Le pene massime riservate agli omicidi della strada, sono e rimangono scritte sulla carta. Riti abbreviati e attenuanti fanno la fortuna degli assassini e la sfortuna delle vittime che se ne vanno e dei loro cari che restano”. Poi la nuova tragedia di un uomo che doveva restare lontano dalle auto e probabilmente anche dall’Italia.

Related posts

Antifalsificazione Monetaria: maxi operazione “Chai Fake” per il contrasto al traffico di valuta falsa

Redazione Ore 12

Val di Sole (Trentino): operaio muore schiacciato da macchinario

Redazione Ore 12

Legambiente: “Censiti 705 rifiuti ogni 100 metri di spiaggia”

Redazione Ore 12