Esteri

Tregua per Gaza, Hamas apre all’accordo: “Non ci sono problemi importanti”

 

Israele è pronto ad entrare a Rafah. L’allarme è dal presidente dell’Anp Abu Mazen: ‘Solo gli Usa possono ancora impedirlo’. Ma l’esercito attende il via libera del governo che dipende da almeno due fattori. Il primo è l’intesa su tregua e ostaggi: il segretario di Stato Blinken a Riad per l’ultimo appello. Mentre Hamas apre: ‘Non ci sono problemi importanti’. Il secondo è il timore che la Corte penale internazionale la prossima settimana spicchi mandati di arresto per il premier Natanyahu e per il ministro della Difesa Gallant per crimini di guerra. Telefonata Biden-Natanyahu. Prosegue la protesta nei campus universitari americani. Arrestata a Saint Louis la candidata dei Verdi alle residenziali Stein. Protesta pro-Palestina anche alla cena dei corrispondenti della Casa Bianca. gitto, Qatar e Stati Uniti cercano da mesi di mediare un accordo tra Israele e Hamas, mentre il bilancio delle vittime a Gaza aumenta e le richieste per un accordo si intensificano. Ma nonostante le forti pressioni per raggiungere un cessate il fuoco, garantire il rilascio degli ostaggi detenuti a Gaza e consentire maggiori aiuti umanitari nel territorio martoriato dalla guerra, un accordo e’ rimasto lontano. Il gruppo islamico palestinese ha detto ieri di non avere “grandi problemi” con il contenuto della piu’ recente offerta di tregua avanzata da Israele. “L’atmosfera e’ positiva, a meno che non ci siano nuovi ostacoli israeliani”, ha detto all’Afp un alto funzionario di Hamas, parlando a condizione di anonimato. Gli umanitari sostengono che la guerra ha portato Gaza sull’orlo della carestia, riducendone gran parte in macerie e facendo temere un conflitto piu’ ampio. Intanto il segretario di Stato americano Antony Blinken è arrivato in Arabia Saudita, prima tappa del un tour in Medio Oriente per cercare di ottenere un cessate il fuoco a Gaza e migliorare la crisi umanitaria nell’enclave assediata. A Riad, Blinken dovrebbe incontrare gli alti leader sauditi e tenere un incontro più ampio con le controparti di cinque stati arabi – Qatar, Egitto, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Giordania – per discutere sulla governance della Striscia di Gaza dopo la guerra, secondo un alto funzionario del Dipartimento di Stato.

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