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World press freedom day 2024, Fnsi: «La libertà di stampa va difesa ogni giorno»

 «Mentre in Europa si approva il Media Freedom Act, in Italia l’informazione rischia l’orbanizzazione», denuncia la segretaria generale Alessandra Costante da Conselice, dove è ospitato il Monumento alla libertà di stampa. «Reporter Senza Frontiere certifica la deriva ungherese del Paese», rileva da Napoli il presidente Di Trapani.

«Quello che mi spaventa di più del momento che stiamo vivendo è il conformismo. Sulla base del conformismo cent’anni fa ci siamo ritrovati il fascismo, quando i giornali non potevano dare le notizie per non trasmettere insicurezza agli italiani. Oggi non siamo a quel livello di conformismo, ma è comunque importante ribadire che la democrazia va difesa, che la libertà di stampa va difesa ogni giorno». Lo ha detto Alessandra Costante, segretaria generale della Federazione nazionale della Stampa italiana, venerdì 3 maggio 2024, in occasione della Giornata mondiale per la libertà di stampa che la Fnsi ha celebrato a Conselice (Ravenna), dove è ospitato l’unico Monumento alla libertà di stampa in Italia.

«Mentre in Europa si approva il Media Freedom Act, nel nostro Paese l’informazione rischia l’orbanizzazione, stretta come si ritrova tra gli effetti della riforma Cartabia, l’eterna tentazione di prevedere la pena del carcere per i cronisti, la situazione della governance Rai, il conflitto di interessi, le ingerenze della politica», ha rimarcato Costante, che ha poi ricordato il caso Scurati, la situazione dei colleghi del quotidiano Domani, il tema delle querele bavaglio, «in un contesto in cui – ha incalzato – la crisi dell’editoria ha ormai reso il giornalismo un lavoro povero. Senza contare, ad esempio, che anche il rapporto di Rsf, che colloca l’Italia al 46° posto dell’Index 2024, accende i riflettori sulla vicenda della vendita dell’agenza Agi».

La numero uno del sindacato ha quindi concluso il suo intervento rivolgendo un pensiero agli operatori dell’informazione che hanno perso la vita per documentare la guerra in corso tra Israele e Hamas. Con lei a Conselice era presente anche il giornalista di Repubblica Paolo Berizzi, costretto da quasi sei anni a vivere sotto scorta per via delle minacce ricevute per le sue inchieste su gruppi neofascisti e neonazisti.

«Mai come in questo momento il potere politico mal sopporta il nostro mestiere. C’è fastidio verso chi fa informazione oggi in Italia e i giornalisti finiscono nel mirino dei poteri politici, criminali, economici», ha evidenziato Berizzi, che dal 2022 è presidente dell’Osservatorio sulla libertà di stampa costituito a Conselice da Fnsi, Aser e Comune.

«Non amo i giornalisti che fanno le vittime – ha aggiunto – ma amo ancora meno chi fa finta di niente. Anche un solo cronista che finisce sotto scorta è sintomo di una democrazia malata. Noi abbiamo il dovere di difendere la libertà di stampa per difendere la democrazia».

Moderati da Paolo Bonacini, componente del direttivo Aser, all’evento hanno portato il loro saluto Silvestri Ramunno, presidente Odg Emilia-Romagna; Matteo Naccari, segretario aggiunto Fnsi; Paolo Maria Amadasi, presidente Aser e la sindaca di Conselice, Paola Pula.

«L’Italia retrocede. La libertà di stampa in Italia arretra. La democrazia in Italia è meno solida». Lo ha detto da Napoli Vittorio di Trapani, presidente Fnsi, durante il corso ‘I bavagli del nuovo millennio’, organizzato dal Sindacato unitario giornalisti della Campania al Liceo Giambattista Vico, dove si diplomò Giancarlo Siani.

«Quello che denunciamo da mesi ora è stato messo nero su bianco anche dalla classifica mondiale sulla libertà di stampa pubblicata tutti gli anni da Reporter Senza Frontiere. L’Italia fa un salto indietro di 5 posizioni e retrocede nella fascia dei Paesi ‘problematici’. Denunciavamo la deriva ungherese, ed è quello che è avvenuto: ora siamo in compagnia del Paese guidato da Viktor Orban, condannato pochi giorni fa dall’Unione europea per violazioni dello stato di diritto».

Per Di Trapani, «i motivi sono quelli noti: il controllo asfissiante del governo sulla Rai, il tentativo di vendere l’Agi a un parlamentare della maggioranza di governo, le querele temerarie e le leggi bavaglio approvate e in discussione in Parlamento».

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