Imprese e Sindacato

Ammortizzatori sociali, riparte il tavolo di riforma. Più tutele per gli autonomi

Ipotesi cassa integrazione anche per le micro-imprese

(Red) Riaperto il tavolo per riformare gli ammortizzatori sociali tra Governo (Ministero del Lavoro) e parti sociali. La trattativa resta comunque al palo e non si è ancora trovato un accordo tra le parti. Nella bozza in discussione, più tutele per gli autonomi ma anche per precari, stagionali e lavoratori dello spettacolo che potranno beneficiare di uno strumento ad hoc. E cassa integrazione per tutti i dipendenti, anche nelle piccole e micro-aziende. La riforma prevede una serie di incentivi, da quelli per chi assume lavoratori in Cigs agli sconti-premio per chi non usa a lungo la cassa. L’idea è quella di tre anni di transizione, dal 2022 al 2024, con la copertura a carico della fiscalità generale. Di fondi ne serviranno parecchi (circolano stime tra i 6 e i 10 miliardi) per dare la cassa a tutti i lavoratori, anche quelli nelle aziende da 1 a 5 dipendenti. Ma si tratta di una necessità non più rinviabile, come ha dimostrato l’emergenza Covid. I conti però li deve ancora fare il ministro dell’Economia, Daniele Franco, che condivide l’impianto della riforma ma ha chiesto a tutti, così come per la riforma del fisco, di attendere settembre quando saranno aggiornate le stime di Pil e deficit. Nel frattempo Orlando cercherà l’intesa con le parti sociali su un progetto che mira ad aumentare “il grado di equità generale” del sistema e in cui “non vi siano lavoratori esclusi”. Per i più precari si potenzierebbe la Dis-Coll (tanti mesi quanti i contributi versati, posticipo del decalage, contributi figurativi). Anche la Naspi verrebbe rafforzata (con un trattamento di maggior favore per i più anziani che più difficilmente ritrovano un impiego). Per gli autonomi arriverebbero più tutele per la maternità e più giorni di malattia, in attesa di valutare l’impatto dell’Iscro, da rendere semmai permanente. La platea dei beneficiari della Cig, invece, sarebbe estesa a tutti i lavoratori subordinati, e ci sarebbe un aumento del beneficio. Verrebbero anche introdotte due nuove causali, “prospettata cessazione dell’attività” e “liquidazione giudiziale” oltre a specificare che la riorganizzazione aziendale potrà essere invocata anche in caso di “processi di transizione”. Verrebbe anche rafforzato il contratto di solidarietà ed esteso ulteriormente il contratto di espansione. La riforma azzererebbe l’attuale contatore sia per la Cig che per la Cigs. La cassa in deroga sarebbe superata con la creazione di un Fondo emergenziale intersettoriale, finanziato con un contributo a carico dei fondi bilaterali.

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