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Assassinio degli agenti a Trieste: Consap: “Ennesimo cazzotto nello stomaco. L’assoluzione di Meran un pessimo segnale per tutti gli operatori”



 

“Uccidere due poliziotti, dentro una questura e cavarsela senza un giorno di carcere”, questa la morale che giunge dall’incredibile conclusione del processo di Trieste. La morte dei due agenti Matteo Demenego e Pierluigi Rotta “E’ una ferita per tutti, non solo per la Polizia” – ha detto in aula il Procuratore capo De Nicolo – “ma il processo è lo strumento riparatorio. Abbiamo seguito le logiche del processo penale come strumento democratico”. Mi rendo conto che la conclusione smentisce le intenzioni accusatorie, ma il pm non può nascondere la verità dei fatti”.

Per la Consap, l’esito processuale è l’ennesimo cazzotto nello stomaco ed un pessimo segnale per tutti quei colleghi e colleghe che ogni mattina indossano la divisa a vanno al lavoro per difendere le istituzioni democratiche. Non condannare a neppure un giorno di carcere l’autore del duplice omicidio di Matteo e Pierluigi lascia sbigottiti per il senso di giustizia infranto e delusi da un sistema giudiziario meritevole di necessarie riforme ha dichiarato Cesario Bortone Segretario Generale Nazionale del sindacato di polizia.

In questo momento la Consap è vicina alle famiglie dei due colleghi, le prime ferite nell’animo e nel corpo per questa mancata giustizia ma vuole rappresentare anche un senso di disorientamento che questa sentenza ha inferto a tutta l’istituzione Polizia di Stato.

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