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Reddito di cittadinanza, scoperta una nuova truffa, questa volta a Cagliari. Coinvolte 140 persone, tutti stranieri. Oltre 4 milioni di euro di sostegni senza diritto

 

La Polizia di Stato di Cagliari ha denunciato 140 persone per aver percepito indebitamente il reddito di cittadinanza per un importo complessivo riscosso senza diritto di oltre 4 milioni di euro. Gli indagati, cittadini stranieri, sono accusati di aver ottenuto il sussidio dal 2019 utilizzando dichiarazioni false. Sono al vaglio degli investigatori le posizioni di altri cittadini 478 stranieri, percettori del reddito di cittadinanza dal 2019 che rischiano la denuncia e la revoca del beneficio. Proprio alcuni giorni fa cinque arresti erano stati eseguiti dalla Guardia di finanza di Cremona e Novara nell’ambito dell’indagine per una maxi truffa del reddito di cittadinanza, che ha causato all’erario un danno da oltre 21,5 milioni di euro in poco più di un anno, simile a quella scoperta dalla Polizia di Stato a Cagliari. Periodo durante il quale il gruppo di indagati ha presentato oltre 10mila domande per far ottenere il contributo a persone che in realtà non avevano i requisiti per averlo. «Prima delle cinque ordinanze di custodia cautelare eseguite oggi, erano già 24 i provvedimenti restrittivi emessi nei confronti degli organizzatori e ispiratori del gruppo, in cui -si legge nella nota delle fiamme gialle – i compiti e le funzioni appaiono precisi e delineati». I promotori, cittadini di origine rumena, con complici all’estero, avevano il compito di procurare i documenti e i nominativi di propri connazionali, i cui documenti venivano poi consegnati, tramite persone di fiducia, ai titolari e dipendenti di Caf e patronati compiacenti, che predisponevano e compilavano la falsa documentazione di supporto alla domanda. Successivamente, con certificati di attribuzione del codice fiscale e documenti d’identità contraffatti, il gruppo riusciva ad appropriarsi agli uffici postali del reddito di cittadinanza erogato. Le ulteriori indagini, condotte analizzando i contenuti dei profili social degli arrestati e incrociandoli con i dati contenuti nei pc e nei cellulari sequestrati, hanno consentito di individuare altre otto persone che si erano attivate per cercare nuovi canali per proseguire le frodi. Tra gli arrestati figura anche una ex dipendente di un centro di assistenza fiscale già coinvolto nella frode.

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