Economia e Lavoro

Aziende e Partite Iva, nel 2020 perdite di fatturato pari a 320 miliardi di euro (Stime Unimpresa)

Ammonta a 320 miliardi la perdita di fatturato per le aziende e le partite Iva in Italia, nell’arco del 2020. E’ il calcolo del Centro studi di Unimpresa, secondo cui la pandemia Covid e la conseguente interruzione delle attività economiche hanno portato a una contrazione degli incassi del 12,4%. Il calo maggiore per alberghi, bar e ristoranti (-40,3%), mentre e’ stato del 27,1% per il settore dell’intrattenimento e dello sport. In controtendenza sia il comparto informazione e comunicazione (+1,6%) sia quello dell’agricoltura (+1,8%).

In termini percentuali, a livello territoriale  la Sardegna ha avuto l’impatto più forte sulla sua economia (-25,2%), seguita da Friuli-Venezia Giulia (-20,3%), Valle d’Aosta (-17,4%) e Lazio (-16,3%).In doppia cifra negativa anche la Liguria (-14,7%), il Piemonte (-14,3%), le Marche (-13,7%), la Lombardia (-12,7%), la Toscana (-10,2%), il Veneto (-10,2%) e l’Emilia-Romagna (-10,0%). Le aziende (grandi, medie e piccole) hanno perso 312,1 miliardi (-11,8%), mentre partite Iva e autonomi hanno incassato 7,4 miliardi in meno (-5,9%). 

 “E’ una fotografia di una devastazione economica che nasconde – afferma il vicepresidente di Unimpresa, Giuseppe Spadafora – un dramma sociale difficilmente calcolabile, almeno nell’immediato”. 

La tendenza è rimasta negativa per tutto il resto dell’anno, anche se con perdite meno accentuate, fino a dicembre, quando si stima che la riduzione del fatturato di aziende e partite Iva, anche in questo caso legata alle misure restrittive introdotte per contenere la circolazione del virus, sia stata pari a 30,8 miliardi (-14,0%). 

Durante l’estate, le perdite sono state più contenute e pari a 24,6 miliardi a giugno (-10,4%), di 21,5 miliardi a luglio (-8,1%), di 6,7 miliardi ad agosto (-3,9%) e di 9,3 miliardi a settembre (-3,9%): in questo periodo le restrizioni erano state allentate in maniera sensibile e la maggiore mobilita’ dei cittadini per le ferie ha verosimilmente favorito maggiori spese nel settore turistico, che in ogni caso non hanno compensato i danni generali all’economia italiana. A ottobre (-9,0%) e novembre (-7,5%), invece, la crisi economica e’ tornata ad acuirsi con un leggero peggioramento delle difficoltà (con riduzioni, nei due mesi, rispettivamente per 23,2 miliardi e 17,9 miliardi), anche in questo caso il dato fortemente negativo e’ riconducibile alle restrizioni per la circolazione e per la mobilita’ delle persone.

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