Cronaca

Carceri, Sindacato Polizia Penitenziaria: “Necessario cambio politiche”

“Il raid punitivo, perché di questo si è trattato, ad opera di detenuti di una sezione del carcere di Caltagirone che hanno malmenato altri reclusi, dopo essersi impossessati delle chiavi delle celle, è l’esempio più clamoroso e violento della ripresa del controllo delle carceri da parte della criminalità organizzata, di fatto favorito dalla delegittimazione del sistema penitenziario e della polizia penitenziaria”. Lo afferma il segretario generale del S.PP. (Sindacato Polizia Penitenziaria) Aldo Di Giacomo per il quale “se si aggiunge che sempre oggi un nostro collega si è suicidato nel carcere di Sassari e un detenuto si è tolto la vita in un carcere ligure, la situazione del sistema penitenziario è ancor più allarmante. Siamo di fronte all’evidenza che il Presidente Draghi è un grandissimo economista in grado di traghettare il Paese fuori dalla crisi effetto della pandemia ma come la Ministra Cartabia, anch’essa ottima figura costituzionalista, non hanno sicuramente una veduta di insieme delle carceri. Anzi, la visita del Premier e della Ministra nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, dopo i noti fatti avvenuti, ha contribuito ad accrescere il clima di rivalsa di quei gruppi di detenuti che vogliono imporre il proprio controllo approfittando della grande confusione tra vittime e carnefici, volendo far passare gli agenti penitenziari per violenti di professione. Opinionisti, commentatori, politici dimostrano di avere la mente annebbiata e una grande confusione, non distinguendo chi svolge il delicato servizio di controllo negli istituti penitenziari da chi ha compiuto crimini orrendi, con pesanti condanne, e alimenta l’illegalità diffusa. Noi non ci stiamo a mettere sullo stesso piano i servitori dello Stato e i criminali che pretendono il controllo del carcere e sono un costante pericolo dell’ordine pubblico e la minaccia per la libera convivenza dei cittadini. Tra l’altro in questo modo si dimostra di non avere alcun rispetto per i familiari delle vittime di assassini, furti, atti di violenza che con un colpo di spugna si vorrebbe cancellare o quanto meno offuscare sino a rivendicare indulto ed amnistia. Siamo fortemente preoccupati per quanto potrà accadere ancora con la cosiddetta riforma della giustizia in dirittura d’arrivo dopo il pastrocchio di mediazione tra i partiti. Ci sono eminenti magistrati che hanno espresso forti e motivate riserve su un provvedimento che equivale a “tana per tutti” ed alimenta le aspettative di settori della popolazione carceraria che dovrebbe scontare altri anni di detenzione. Per questo la tutela degli “agenti per bene” come li definisce il Ministro Cartabia non può essere un atto formale e necessita di misure quanto più urgenti e decise. Prima fra tutte: individuare le menti e le braccia che tengono le fila del piano di delegittimazione della polizia penitenziaria e sono gli esecutori di raid, alimentando un disegno eversivo da cui lo Stato deve difendersi”.

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