Roma Capitale

Differito al 28 giugno lo sciopero di Ama e Appalti

Ama e appalti: lo sciopero dei lavoratori e delle lavoratrici di Ama e dei servizi esternalizzati, indetto per il 28 maggio, è stato differito dalle segreterie regionali di Fp Cgil, Fit Cisl e Fiadel al 28 giugno prossimo. Diverse le motivazioni alla base della decisione: “In queste settimane – dichiarano i segretari generali di Fp Cgil, Fit Cisl e Fiadel Roma e Lazio, Giancarlo Cenciarelli, Marino Masucci e Massimo Cicco – si sono riaperti i tavoli di confronto in azienda, che, per quanto ancora non abbiano portato ad accordi definiti, hanno visto una ripresa del dialogo. Al momento, c’è soltanto un pre-accordo per il settore cimiteriale, una delle aree più critiche della vertenza, che resta aperta”. “Sono stati calendarizzati nei prossimi giorni i tavoli sul lavoro domenicale, per la prosecuzione del confronto sui cimiteri e sulla mobilità del personale: tra la fine di maggio e i primi giorni di giugno avremo un quadro più completo di quali saranno gli effettivi impegni che l’azienda sarà disposta a prendere”, proseguono i segretari generali. “Le procedure assunzionali stanno andando avanti, anche se a rilento. Ricordiamo che, oltre alla grave carenza impiantistica, la penuria di operatori e mezzi è alla base del progressivo peggioramento del servizio e delle condizioni di lavoro di questi anni, soprattutto in termini di sicurezza e tutela della salute di lavoratrici e lavoratori”. “Resta poi da ridefinire il quadro degli appalti, il tema più scivoloso e su cui Ama non ha ancora aperto una discussione vera. In questi mesi sono state violate le norme contrattuali più basilari, si sono effettuati affidamenti diretti anche sul porta a porta delle utenze domestiche, fatto inedito, senza nessun confronto e senza nessun possibile controllo. Violazioni che si sommano alla disastrosa gestione del servizio porta a porta per le Und (Utenze non domestiche), che ha portato a 150 licenziamenti nel 2020 e mette a rischio almeno altri 300 posti di lavoro, per la scelta dell’Azienda di reinternalizzare una parte del servizio per fare cassa. Internalizzazione che, ovviamente, avrà una diretta ricaduta sugli stessi operatori di Ama, in assenza di assunzioni sufficienti a riequilibrare il servizio. Non basta il piano assunzionale 2021, che a mala pena copre i pensionamenti degli ultimi due anni. Il rischio è un peggioramento del servizio e, vista la volontà di disapplicare il contratto di settore, un impoverimento del lavoro senza precedenti”, aggiungono Cenciarelli, Masucci e Cicco. “Senza passi avanti risolutivi sulle questioni aperte, ogni piano di rilancio dell’azienda non avrà gambe per sostenersi”, concludono i segretari generali di Fp Cgil, Fit Cisl e Fiadel.

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