Esteri

Etiopia in allarme per l’avanzata delle milizie del Tigray. Stato d’emergenza nazionale e appello all’Italia

Lo stato di emergenza a livello nazionale è stato proclamato dal governo dell’Etiopia dopo che le milizie del Fronte popolare di liberazione del Tigray (Tplf) hanno sostenuto di aver conquistato due città circa 400 chilometri a nord di Addis Abeba.
Come ricorda l’emittente Fana, le misure straordinarie permettono all’esercito di erigere posti di blocco stradali, sospendere i servizi di trasporto pubblico, imporre coprifuoco e assumere il controllo di alcune aree. Il Tplf ha sostenuto di aver conquistato negli ultimi giorni le città di Dessie e di Kombolcha nella regione di Ahmara, a sud del Tigray, sulla via dell’Oromia e di Addis Abeba. Nella capitale è stata diramata un’ordinanza affinché gli abitanti registrino le armi a propria disposizione e si preparino a difendere la città. Secondo Kenea Yadeta, assessore per la Pace e la sicurezza, “tutti i residenti devono organizzarsi su base condominiale e di quartiere in collegamento con le forze di sicurezza, che si coordineranno con la polizia locale”.

Un “appello urgente” al governo italiano affinché promuova “un’azione diplomatica insieme alla comunità internazionale nella direzione di un immediato cessate il fuoco”, è stato rivolto oggi dalle reti delle ong italiane Aoi, Cini e Link 2007.
In una nota si legge: “Gli scontri che da novembre dello scorso anno proseguono tra il governo centrale e le milizie del partito al potere nella regione, il Fronte di liberazione popolare del Tigray (Tplf), e che vedono come terreno di battaglia sia il Tigray sia le regioni limitrofe, si sono intensificati negli ultimi giorni con raid aerei su diverse città, tra cui Macallè e Adua. La regione è isolata da mesi a causa delle restrizioni imposte alla consegna di beni di prima necessità attraverso l’unico corridoio umanitario disponibile: sono interrotte le comunicazioni, le forniture di generi alimentari e igienici, di medicine e di denaro. Non è consentito far entrare carburante nella Regione, limitando così ulteriormente le operazioni umanitarie. Da venerdì 22 ottobre anche i pochi voli tra Addis Abeba e il Tigray messi a disposizione dalle Nazioni Unite sono stati soppressi per mancanza di sicurezza dovuta alla presenza di azioni belliche aeree. I dati Onu indicano che 5,2 milioni di persone sono bisognose di assistenza, di cui oltre 400mila versano in condizioni di carestia; inoltre, hanno rilevato che nella settimana dal 7 al 13 ottobre solo l’1% della popolazione civile che si trova nelle zone degli scontri ha avuto accesso agli aiuti alimentari”.

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