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Litoranea Veneta patrimonio dell’Unesco. Un percorso noto fin dai tempi dei romani

Il salotto buono da dove partono le idee migliori per il futuro. Tanto per citare due date: nel 1868, Luigi Luzzatti, futuro primo ministro, lanciò il progetto della scuola superiore di commercio, oggi Ca’ Foscari, prima università di economia italiana. Mentre nel 1904, un nobile con pochi soldi, Piero Foscari, ma supportato dall’imprenditore Giuseppe Volpi, con molte finanze, lanciò il progetto chimico di Porto Marghera e della prima impresa idroelettrica, ovvero il futuro industriale del ‘900. Pochi giorni fa in una assemblea affollatissima (tempi Covid permettendo) è stata lanciata l’idea di inserire la Litoranea Veneta, tra i patrimoni Unesco. È un percorso noto fin dai tempi dei romani. Infatti, per raggiungere Aquileia da Roma, la via più breve per i nostri antenati, era prendere l’Adriatico e dalle Marche, attraverso i “sette mari”, citati da Plinio il Vecchio, raggiungere la potente sede del patriarcato aquileiense. Una sede vescovile, con rito autonomo come Milano. Da Brescia, il patriarca dominava e benediceva fino alle pianure ungheresi. Una guida pubblicata di recente, “Rotta su Venezia” ha descritto meticolosamente, con finalità turistiche e culturali, canali interni e lagune che da Chioggia conducono fino a Grado, laguna poco distante da Trieste. Sono 160 chilometri che si possono fare in barca oppure in bicicletta. Senza problemi di mareggiate o brutto tempo. Sono un monumento al cosiddetto turismo lento. Non a caso se ne sta interessando Patrizio Roversi, il celebre autore Tv di “turisti per caso”. È incredibile come, partendo dalla laguna a sud, ovvero Chioggia, il porto peschereccio più importante dell’Adriatico, si possa arrivare a Jesolo, sia in bicicletta, attraverso le sottili isole costiere di Pellestrina e del Lido di Venezia, che in barca. Meglio a remi o a vela, che a motore. Ma va bene lo stesso. Da un lato la laguna, dall’altro il mare. Spettacolo unico come le case colorate dei pescatori che ancora a Pellestrina sono molti. Da Jesolo, sempre per canali interni e chiuse, si può raggiungere Caorle, borgo medioevale con un antico campanile rotondo romanico e da qui, sempre per canali interni, raggiungere la stupenda Grado e la sua piccola laguna. Grado era, tanto per precisare, una delle dieci comunità del dogado veneziano, oltre 15 secoli fa. Poterlo fare sia in bicicletta che il barca rende la Litoranea Veneta un sito unico e originario da valorizzare anche per la sua bio-diversità. Durante il percorso si possono ammirare migliaia di fenicotteri rosa, ibis sacri (tornati nelle lagune dopo secoli di assenza), cavalieri d’Italia. Si calcola, secondo il naturalista Michele Zanetti, una ottantina di specie differenti, nella più grande zona umida d’Europa. La proposta dell’Ateneo Veneto, ha subito acceso l’entusiasmo del suo presidente, Antonella Magaraggia, che di mestiere fa ancora il magistrato (é presidente del Tribunale di Verona). “Quando ero piccola, abitavo a Belluno, nelle Alpi. E dalle Dolomiti il nostro sogno era raggiungere il mare. Attraverso il fiume Piave, si poteva realmente arrivare via acqua, a Venezia, come gli antichi zattieri, che portavano il legname per le navi all’Arsenale di Venezia. Il cuore dell’economia Serenissima”. L’assessore veneziano alla Mobilità sostenibile, Renato Boraso, ha raccolto la provocazione. Perché no? Il turismo del futuro non può essere mordi e fuggi. In poche ore vedere Venezia-Firenze-Roma. Attualmente i siti Unesco, patrimoni dell’umanità sono circa 1154 nel mondo. L’Italia fa la parte del leone con 58 siti tra culturali, naturali e misti. Solo la regione Veneto, seconda in Italia dopo la Lombardia, che ne ha ben dodici, è arrivata a nove meraviglie con l’e3gida Unesco. Vanno dalla Cappella degli Scrovegni a Padova con gli affreschi di Giotto, all’Antico Orto Botanico. Pochi chilometri più in là le ville palladiane di Vicenza e dintorni che sono disseminate tra Colli Euganei e Riviera del Brenta. A Verona c’è l’arena romana intatta nel suo splendore. Ma il primato del territorio veneto è che dai ghiacciai alpini, alle colline, ai laghi, alle pianure, fino alle lagune, possiede un po’ di tutto. Le Dolomiti sono già patrimonio dell’umanità grazie a Reinhold Messner, così le colline trevigiane del Prosecco, grazie al suo presidente Luca Zaia, fino a Venezia, dove l’Unesco ha addirittura sede internazionale. Con la consacrazione Unesco alla Litoranea Veneta, si completerebbe un cerchio a totale beneficio del turismo e della cultura. Josif Brodsky, il poeta russo di San Pietroburgo, premio Nobel letteratura 1987, che visse 18 anni a Venezia, prima di morire a New York, disse: se dovessi reincarnarmi, vorrei essere un gatto che vive a Venezia, qualsiasi cosa va bene a Venezia e dintorni. Anche un topo”. È sepolto a San Michele in Isola. Laguna.

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