Economia e Lavoro

Petrolio, prezzi ancora in rialzo, ma lo shale oil Usa è in sofferenza

In Arabia Saudita i ribelli houthi, dello Yemen impoverito da una guerra tremenda, attaccano l’impianto Ras Tanura della Saudi Aramco. L’attacco con droni è avvenuto domenica 7 marzo e viene definito dalla società petrolifera come un attacco fallito alla sicurezza energetica globale. I ribelli Houthi, secondo Cnbc, hanno rivendicato la paternità dell’attacco. L’impianto di Ras Tanura è infatti il più grande impianto petrolifero del mondo, che giornalmente è in grado di coprire circa il 7% della domanda mondiale di greggio.

Il prezzo del petrolio è quindi balzato a ha raggiunto, dopo un anno i 70 dollari, anche in seguito alla decisione  di Opec +  di mantenere invariati i tagli alla produzione per un altro mese. 

Tuttavia le conseguenze dell’attacco di “Ras Tanura”, il più grande impianto petrolifero del mondo in grado di esportare quasi il 7 % dell’offerta mondiale di petrolio, potrebbero rimanere di breve durata. 

Dello stesso parere il Ceo del gruppo petrolifero francese Total, Patrick Pouyanné che considera l’attuale andamento del prezzo “come molto elevato”. L’Opec+, ha spiegato ai microfoni di ‘Bfm Business’, “mantiene la sua disciplina perché oggi gli stoccaggi restano ancora elevati e la domanda non è ancora ripartita. Onestamente sono un po sorpreso dall’attuale andamento dei prezzi e quindi resto cauto. Non scommetterei su 70 dollari o qualcosa in più quest’anno. Penso che il prezzo giusto sia intorno ai 50-60 dollari al barile”.

Di parere contrario Michel Salden, Head of Commodities di Vontobel, per il quale “”i prezzi sono destinati a crescere fino a 75 dollari nel terzo trimestre” e dovrebbero rimanere su questi livelli “ancora per un po’”.

La settimana scorsa l’Opec+, rileva Salden, “ha sorpreso ancora una volta i mercati mantenendo le sue quote di produzione invariate per aprile, contro le aspettative per un aumento di +1,5 mbpd. L’Arabia Saudita è riuscita ancora una volta a mantenere la disciplina di produzione tra i membri dell’Opec. Anche la Russia, membro non Opec, mostra pieno impegno nelle politiche attuali”. 

Lo stoccaggio globale di petrolio in eccesso, rileva l’analista, “è probabilmente ancora sopra i 100 milioni di barili, ma la decisione di settimana scorsa dell’Opec accelererà la riduzione delle scorte”. 

Infatti le scorte globali di petrolio si stanno riducendo di 2 milioni di barili al giorno e molto probabilmente, tutte le scorte in eccesso saranno esaurite entro giugno di quest’anno. Questa riduzione delle scorte sarà accompagnata da una forte ripresa della domanda di petrolio nel secondo trimestre, quando gli effetti della vaccinazione potrebbero diventeranno visibili. 

Quindi secondo gli analisti, è probabile che  entro la fine del  2021 con un recupero della domanda a livello del 2019, si arrivi a una completa normalizzazione dei livelli di domanda.

Se questo scenario si verificherà, le curve del petrolio  tenderanno a calare  a lungo termine da parte dei produttori non Opec, dato che i prezzi del petrolio a lunga scadenza sono più bassi di circa 10-12 dollari rispetto al mercato spot. 

Nel frattempo , l’Opec rende più difficile per le major del petrolio e i produttori di scisto (oil sale USA) la copertura di prezzi di produzione . 

Generalmente l’aumento dei prezzi del petrolio è  una buona notizia per i produttori americani di shale, ma questa volta gli alti costi di finanziamento e l’incertezza politica stanno ostacolando quest’ann0 la loro crescita della produzione. 

AGC GreenCom

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