Economia e Lavoro

Smart working nel privato, per trovare un accordo serve qualche ritocco. La posizione della Confcommercio

Nuovo incontro tra Ministero del Lavoro e parti sociali sul protocollo nazionale sul lavoro agile nel settore privato, chiamato a fissare un quadro di riferimento contenente le linee di indirizzo per la contrattazione. La prima bozza, sulla quale il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, ha chiesto alle parti di fare le loro osservazioni per poi cercare un accordo conclusivo entro il 3 dicembre prossimo, prevede l’adesione del lavoratore su base volontaria. Quest’ultima sarebbe subordinata alla sottoscrizione di un accordo individuale che indichi la durata, l’alternanza tra i periodi in presenza e a distanza, gli strumenti di lavoro, i tempi di disconnessione, con garanzia della parità di diritti e di trattamento per il “lavoratore agile”. Tra gli altri contenuti della bozza, il fatto che la giornata lavorativa in modalità agile si caratterizzerebbe per l’assenza di un preciso orario di lavoro e per l’autonomia nello svolgimento della prestazione, con l’individuazione di una fascia di disconnessione nella quale il lavoratore non fornirebbe la prestazione lavorativa. La strumentazione tecnologica e informatica sarebbe fornita dal datore di lavoro, che si farebbe carico anche delle  spese di manutenzione e di sostituzione. “Riteniamo positivo che nel testo del protocollo venga confermata come fonte primaria la contrattazione individuale tra datore di lavoro e lavoratore, e che vengano valorizzate le norme di riferimento attualmente vigenti. Tuttavia, pur fondamentalmente condivisibile, il testo necessita di qualche accorgimento poiché riteniamo fondamentale il differimento della sua validità alla conclusione del periodo emergenziale”. Questo il commento della vicepresidente di Confcommercio, Donatella Prampolini Manzini.

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