Economia e Lavoro

Acciaierie d’Italia, c’è un tavolo per la salvezza dell’ex Ilva

 

“Il governo ci ha ascoltato e ha deciso di coinvolgere il sindacato nel percorso sul futuro di Acciaierie d’Italia, escludendo ogni ipotesi di chiusura dei siti o di amministrazione straordinaria. Entro il 7 novembre ci sarà un nuovo tavolo di confronto”. Così Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil sintetizzano l’esito dell’incontro di oggi (venerdì 20 ottobre) a Roma con i capi gabinetto dei ministeri delle Imprese, del Lavoro, delle Politiche europee e della presidenza del Consiglio dei ministri. Abbiamo detto al governo che, come è in corso una trattativa secretata con Arcelor Mittal, allora deve esserci anche una trattativa con i rappresentanti dei lavoratori”, ha detto il segretario generale Fiom Cgil Michele De Palma: “Il risultato lo abbiamo raggiunto, e non sarà un incontro una tantum. Da oggi parte una mobilitazione permanente, almeno fino al 7 novembre, finché non si raggiungerà un accordo per arrivare a obiettivi fondamentali: di chi è la proprietà e chi è che decide dentro gli impianti”. Al fianco delle metalmeccaniche e dei metalmeccanici di Acciaierie d’Italia si schiera anche la Cgil. “Il risultato raggiunto, l’avvio della trattativa con l’esecutivo nell’incontro del prossimo 7 novembre, è frutto delle proteste e delle nostre richieste”, ha commentato il segretario confederale Pino Gesmundo: “Il governo deve operare per il sostegno di un settore strategico come quello siderurgico, non solo a tutela dei lavoratori e dei siti del gruppo, ma dell’intero sistema industriale italiano, che ha bisogno di acciaio”.  I sindacati sostengono il passaggio della maggioranza in mano pubblica. E ricordano l’allarme lanciato dal presidente Franco Bernabè, nel corso dell’audizione alla commissione Attività produttive della Camera, con il rischio “imminente” di un’interruzione della fornitura di gas ad Acciaierie d’Italia e la necessità di una caparra di circa 100 milioni al fornitore, pagamento che “la società non è in grado di fare”.

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