Cronaca

Amianto e rifiuti nel sito della ex discoteca Kiwi Cathedral, esposti dell’Ona Carpi

 

di Massimo Maria Amorosini

Anche le discoteche hanno la loro anima di amianto. Forse perché hanno quel mistero che ricorda la lana della salamandra e le avventure di Marco Polo, che nel suo Milione, ha narrato dell’uso di questi minerali.

Una discoteca famosissima negli anni ’70 e ’80, scelta anche per una scena del filmBingo Bongocon Adriano Celentano, è ora ridotta a testimone di antiche vestigia. Un lontano ricordo di questi misteri, degli amori e delle emozioni di tanti ragazzi. Forse molti di loro sono stati esposti ad amianto anche nei luoghi di lavoro. Ora questa discoteca è quasi una discarica di rifiuti. L’incuria l’ha trasformata nel cimitero del cemento-amianto detto eternit. Un sito dismesso quello del Kiwi Cathedral, a Castelfranco Emilia, come spesso accade, che diventa dimora di senzatetto e disperati e luogo dove persone con pochi scrupoli abbandonano illecitamente materiali di ogni tipo. L’incuria e l’abbandono del posto non è passato inosservato agli abitanti del Comune che hanno segnalato il caso all’Ona Carpi. La sezione dell’Osservatorio nazionale amianto, coordinata da Mirco Zanoli, si è subito adoperata per capire la situazione e decidere così come agire. Intanto sono stati presentati due esposti. L’iniziativa è sostenuta dall’Avv. Ezio Bonanni,avvocato contro l’amianto e Presidente dell’ONA, che ormai da 25 anni conduce una vera e propria battaglia senza quartiere.

Già nel gennaio del 2000, di fronte alla strage di amianto nel territorio pontino, per sua iniziativa chiese un approfondimento medico legale al Dott. Arturo Cianciosi. L’insigne clinico e medico forense individuò, proprio nelle fibre di amianto, anche a bassa dose, l’origine di tanti cancri. All’epoca erano tabellati l’asbestosi, il tumore del polmone e il mesotelioma. Occorrerà attendere il 2008 per tabellare altre malattie asbesto correlate. E nel 2014, sono state inserite nelle tabelle anche il cancro della laringe e il cancro delle ovaie. Il principio di precauzioneimpone che debba essere evitata qualsiasi fonte espositiva, anche c.d. a bassa dose, come può essere la presenza di amianto nella discoteca di Castelfranco Emilia. L’impegno dell’ONA prosegue a tutto campo per la bonifica e la messa in sicurezza, senza dover ricorrere necessariamente ad azioni risarcitorie.

Alcuni residenti hanno documentato i rifiuti abbandonati anche su un post di Facebook. Alcuni fotografi hanno invece pubblicato su Youtube un video in cui entrano nel sito abbandonato e filmano tutto quello che incontrano. Tra calcinacci, sporcizia, pavimenti divelti, sono accatastati un gran numero di pneumatici e quelle che sembrano proprio onduline in cemento amianto, il famigerato eternit.  Un pericolo per la salute di chi quel posto lo sceglie per passare la notte o per svolgere attività distante da occhi indiscreti. Come pure per l’ambiente. Come spiega da sempre l’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio nazionale amianto, il minerale è altamente cancerogeno e può provocare il mesotelioma, tumore della pleura, ma anche altre neoplasie, al polmone, alla laringe, alla faringe, al colon e alle ovaie, per esempio. Non c’è una soglia minima al di sotto della quale si possa stare sicuri. Le conseguenze delle esposizioni all’asbesto possono, inoltre, comparire anche 30 o 40 anni più tardi. È stato utilizzato tantissimo in Italia fino al 1992, fino alla sua messa al bando. Ora per rimuoverlo sono necessarie ditte specializzate che lavorino in totale sicurezza e questo, ovviamente, fa salire i costi delle bonifiche. È però sempre un investimento per la salute. Per non parlare di quello che accadrebbe se il sito dovesse andare a fuoco. Nell’aria di disperderebbero diossine pericolosissime e ancora, fibre di amianto.

L’Ona Carpi ha così deciso, anche dopo aver informato il presidente dell’Osservatorio della questione, di presentare un esposto ai carabinieri forestali di Modena. A loro è richiesto un sopralluogo per valutare la situazione. Una seconda segnalazione è stata inviata al Comune di Castelfranco Emilia. L’obiettivo è quello di capire se l’amministrazione sia al corrente dei rifiuti abbandonati e, se fosse confermata la presenza di amianto, di venire in possesso della più recente valutazione dello stato di conservazione delle coperture interessate.

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