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Archeologia: i bronzi di San Casciano tra le cinque scoperte archeologiche più sensazionali del 2022

 

di Sara Valerio

 

Ogni anno, dal 2015, viene assegnato l’International Archaeological Discovery Award “Khaled al-Asaad”l’unico riconoscimento mondiale dedicato alle scoperte archeologiche. Il premio è intitolato a Khaled al-Asaad il famoso archeologo siriano, responsabile del sito di Palmira, ucciso nel 2015 da un gruppo jihadista per aver tentato di difendere il patrimonio culturale dell’importante sito archeologico, ed è dedicato agli archeologi che con sacrificio, dedizione, competenza e ricerca scientifica affrontano quotidianamente il loro compito nella doppia veste di studiosi del passato e di professionisti a servizio del territorio.

Le finaliste della nona edizione per il 2022 sono:

  • L’Egitto: nell’antica necropoli di Saqqara a Giza, a circa 30 km a sud del Cairo, è stata ritrovata la piramide della regina Neith, fino ad ora sconosciuta, con 300 bare e 100 mummie;
  • Il Guatemala: nel sito archeologico di San Bartolo, situato nel Dipartimento di Petén a nord est di Tikal, sono state individuate iscrizioni che risalgono a 150 anni prima dei più antichi ritrovamenti del calendario Maya finora noti;
  • L’Iraq: dal fiume Tigri, nel bacino idrico di Mosul, è riapparsa un’antica città dell’età del bronzo;
  • L’Italia: in Toscana nella provincia di Siena, a San Casciano dei Bagni, dal fango sono riaffiorati 24 statue di bronzo di epoca etrusca e romana nascoste per millenni;
  • La Turchia: a Midyat, nella provincia di Mardin, è stata riportata alla luce una grande città sotterranea risalente a 2.000 anni fa.

Il contest è organizzato dalla Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico e la rivista Archeo in collaborazione con le testate archeologiche internazionali media partner: Antike Welt (Germania), AiD Archäologie in Deutschland (Germania), Archéologia (Francia), as. Archäologie der Schweiz (Svizzera), Current Archaeology (Regno Unito), Dossiers d’Archéologie (Francia).

Il Premio, assegnato alla scoperta archeologica prima classificata, sarà selezionato dalle 5 finaliste segnalate dai Direttori di ciascuna testata e sarà consegnato venerdì 3 novembre, in occasione della XXV BMTA in programma a Paestum dal 2 al 5 novembre 2023, alla presenza di Fayrouz e Waleed Asaad, archeologi e figli di Khaled.

 

LA SCOPERTA DI SAN CASCIANO

A novembre del 2022 a conclusione della sesta campagna di scavi al Santuario Ritrovato del Bagno Grande a San Casciano dei Bagni (SI) è emerso il più grande deposito di statue in bronzo di età etrusca e romana mai scoperto nell’Italia antica e uno dei più significativi di tutto il Mediterraneo.

Dal fango sono riaffiorate 24 statue di bronzo di epoca etrusca e romana nascoste per millenni, risalenti a un periodo compreso tra il II secolo a.C. e il I d.C., protette per 2.300 anni dal fango e dall’acqua bollente delle vasche sacre del santuario votivo insieme a monete, ex voto e iscrizioni latine ed etrusche.

Il santuario, con le sue piscine ribollenti, le terrazze digradanti, le fontane, gli altari, esisteva almeno dal III secolo a.C. e rimase attivo fino al V d.C., quando, in epoca cristiana, venne chiuso ma non distrutto. Le vasche furono sigillate con pesanti colonne di pietra e le divinità affidate all’acqua.

Le statue, cinque delle quali alte quasi un metro, sono perfettamente integre e sono state realizzate con tutta probabilità da artigiani locali; il loro eccezionale stato di conservazione, all’interno dell’acqua calda della sorgente, ha preservato meravigliose iscrizioni in etrusco e latino incise prima della loro realizzazione.

Disposte in parte sui rami di un enorme tronco d’albero fissato sul fondo della vasca, in molti casi ricoperte di iscrizioni, le statue come pure gli innumerevoli ex voto, arrivano dalle grandi famiglie del territorio dell’Etruria interna (dai Velimna di Perugia ai Marcni noti nell’agro senese) e non solo, esponenti delle élites del mondo etrusco e poi romano, proprietari terrieri, signorotti locali, classi agiate di Roma e perfino imperatori. Qui, a sorpresa, la lingua degli etruschi sembra sopravvivere molto più a lungo rispetto alle date canoniche della storia.

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