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Assassinato in Iran il capo politico di Hamas, Ismail Haniyeh

 

Il capo politico di Hamas, Ismail Haniyeh, è stato ucciso in un raid di Israele a Teheran: lo ha riferito l’organizzazione palestinese, in una dichiarazione diffusa stamane. L’assassinio sarebbe stato compiuto ieri in occasione del giuramento del nuovo presidente dell’Iran, Masoud Pezeshkian. Haniyeh, ha aggiunto Hamas, è stato ucciso in un raid “sionista” che ha colpito la sua “residenza” a Teheran. Secondo l’emittente Al Jazeera, i fatti sono stati confermati dai Guardiani della rivoluzione e dalle televisioni dell’Iran. Dopo alcuje ore di riflessione nella tarda mattonata di mercoledì è arrivato il primo secco commento di Hamas: L’ala militare del movimento a Gaza ha dichiarato che l’uccisione del capo politico della fazione Ismail Haniyeh a Teheran “porterà la battaglia a nuove dimensioni” e avrà “enormi conseguenze in tutta la regione”.

La tv di Stato iraniana riferisce che l’uccisione di Ismail Haniyeh ritarderà di diversi mesi l’accordo di cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi a Gaza e provocherà una rappresaglia da parte dei gruppi sostenuti dall’Iran nella regione. Lo riportano i media israeliani. Funzionari iraniani sottolineano che le dichiarazioni della televisione di Stato riflettono le opinioni del leader supremo Khamenei e del governo.

Appelli a uno “sciopero generale” e a proteste di massa in Cisgiordania, anche a Ramallah e Nablus, dopo la notizia dell’uccisione a Teheran di Ismail Haniyeh, leader politico di Hamas. La tv satellitare al-Jazeera rilancia notizie di media locali che riferiscono di appelli alla mobilitazione da parte di “gruppi della resistenza palestinese”.

Poi l’ammissione sull’altro delitto eccellente da parte di Hezbollah. Il gruppo sciita ha rilasciato la sua prima dichiarazione sull’assassinio del comandante Fuad Shukr, rivendicato da Israele, affermando che “era presente nell’edificio di Beirut quando è stato colpito”, ma non confermando la sua morte. Le squadre di protezione civile stanno lavorando “diligentemente ma lentamente” per rimuovere le macerie: “Stiamo ancora aspettando il risultato delle operazioni per conoscere il destino del grande comandante e di altri civili”, ha aggiunto Hezbollah. Il “sangue” di Ismail Haniyeh “non sarà sprecato”: lo ha detto Nasser Kanaani, portavoce del ministero degli Esteri dell’Iran, dopo l’assassinio del capo di Hamas in un raid a Teheran che sarebbe stato condotto da Israele. Il responsabile ha sottolineato l’impegno della Repubblica islamica a supporto della “resistenza palestinese”.

La Jihad islamica denuncia “il vergognoso assassinio” di Ismail Haniyeh a Tehera. In una nota. il gruppo assicura che la morte del “simbolo della resistenza” non scoraggerà la nazione palestinese dal rimanere sulla via della resistenza e dal continuare a impegnarsi per porre fine ai crimini del regime che hanno “superato ogni limite”. “Affermiamo la nostra coesione con i nostri fratelli del movimento di Hamas nel resistere all’entità usurpatrice”, dice la Jihad. Condanne dell’uccisione sono giunte anche da Turchia e Russia.Secondo una nota del ministero degli Esteri di Ankara, l’assassinio di Haniyeh “dimostra ancora una volta che il governo israeliano di Benjamin Netanyahu non ha alcuna intenzione di ottenere la pace”. L’uccisione del capo di Hamas è stata denunciata come “assassinio politico inaccettabile” anche da Mikhail Bogdanov, viceministro degli Esteri della Russia. Secondo il dirigente, che ha parlato con l’agenzia di stampa Novosti, quanto accaduto a Teheran determinerà “una ulteriore escalation delle tensioni”.

Poi le reazioni da Israele. Non cambiano le linee guida per i civili israeliani dopo il raid della notte a Teheran in cui è stato ucciso il leader di Hamas Ismail Hainyeh e quello di ieri sera a Beirut nel quale è morto un importate leader di Hezbollah, Fuad Shukru. Lo fanno sapere le Idf attraverso un post su X del portavoce Daniel Hagari: “Al momento, le Forze di difesa israeliane stanno conducendo una valutazione, se ci dovessero essere dei cambiamenti, avvertiremo la  popolazione immediatamente”. Il ministro Amichay Eliyahu è il primo esponente del governo israeliano a intervenire dopo l’uccisione a Teheran di Ismail Haniyeh, capo politico di Hamas. “La morte di Haniyeh rende il mondo un po’ migliore”, ha scritto su X il ministro per il Patrimonio. “E’ il modo giusto per ripulire il mondo da questa sporcizia – ha aggiunto – Niente più accordi immaginari di ‘pace/resa’, niente più pietà per questi figli della morte. Il pugno di ferro che li colpirà è quello che porterà pace e un po’ di conforto e rafforzerà la nostra capacità di vivere in pace con coloro che desiderano la pace”.

Ismail Haniyeh è stato ucciso a Teheran in un raid attribuito a Israele, ma il leader politico di Hamas – che viveva in autoesilio a Doha – aveva già dovuto piangere la perdita di decine di suoi familiari nella Striscia di Gaza dall’inizio dell’operazione israeliana in risposta al massacro del 7 ottobre. Come evidenzia Al Jazeera, lo scorso aprile erano stati uccisi tre figli di Haniyeh – Hazem, Amir e Mohammad – in un bombardamento che colpì l’auto sulla quale viaggiavano nel campo di Shati, nel nord della Striscia. In quell’attacco morirono anche quattro nipoti – tre ragazze e un ragazzo – dell’esponente di Hamas, il quale ammise all’emittente del Qatar che 60 membri della sua famiglia erano stati uccisi dall’inizio della guerra. Sempre nel campo di Shati il 25 giugno Haniyeh perse una sorella.

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