Economia e Lavoro

Bce, la stretta sui tassi preoccupa Panetta: “Rischiamo la stagnazione”

 

“D’ora in poi dobbiamo valutare il rischio che la politica monetaria diventi troppo restrittiva. Con l’inflazione che si avvicina progressivamente al nostro obiettivo, sorge la domanda su quale dovrebbe essere la prossima mossa della Bce”. Lo ha detto il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, alla conferenza inaugurale del ChaMP Research Network a Francoforte. “L’emergere di rischi al ribasso per le prospettive implica che la Bce dovrebbe considerare la possibilità che la politica monetaria possa diventare ‘troppo restrittiva’. La politica monetaria è ovviamente troppo restrittiva se finisce per provocare una profonda recessione, ma è anche troppo restrittiva anche se spinge l’inflazione al di sotto del target e provoca una stagnazione economica prolungata. Siamo ragionevolmente lontani dal primo scenario, ma non possiamo (ancora) escludere il secondo”. “Nelle sue proiezioni più recenti – ha detto ancora Panetta – il Fondo monetario internazionale prevede che gli Stati Uniti cresceranno più del triplo rispetto all’area euro nel 2024 (2,7% rispetto allo 0,8%). La politica monetaria non è certamente l’unica e nemmeno la principale causa di questa divergenza, ma è importante che non diventi un ostacolo inutile che impedisce all’area dell’euro di realizzare il suo pieno potenziale”.

E tornando alla Bce arriva anche la nuova analisi dell’istituto centrale monetario che fa sapere in un report di nuove attenuazioni sull’inflazione percepita e attesa dai consumatori nell’area euro. Secondo l’ultima indagine mensile effettuata dalla Bce, sulla media dei 12 mesi trascorsi hanno percepito un livello di crescita dei prezzi al consumo del 5%, rispetto al più 5,5% riportato nell’indagine precedente. L’aspettativa mediana per l’inflazione sui prossimi 12 mesi si è limata al 3%, rispetto al 3,1% di un mese fa. Sono rimaste invece invariate le aspettative mediane di inflazione sui prossimi tre anni, al 2,5%. La Bce riporta anche una moderazione delle incertezze sul futuro dell’inflazione da parte dei consumatori.  Per quanto riguarda redditi e consumi, le famiglie dell’eurozona hanno visto leggermente attenuarsi le aspettative sulla crescita dei redditi all’1,3% a marzo, dall’1,4% segnato a febbraio. La percezione sulla crescita delle spese sui passati 12 mesi è rimasta stabile al 6,4% mentre mentre l’aspettativa sulla crescita delle spese future si è limata al 3,6%, dal 3,7% del mese precedente. Per l’economia in generale, le attese dei consumatori per i prossimi 12 mesi sono rimaste ferme a livelli negativi che corrispondono a un calo dell’1,1% del prodotto, sempre secondo l’indagine della Bce. Le aspettative sulla disoccupazione sui prossimi 12 mesi si sono attenuate al 10,7%, dal 10,9% di febbraio. Secondo l’indagine i consumatori continuano a ritenere che la disoccupazione futura sarà solo leggermente superiore rispetto rispetto al livello che percepiscono attualmente (10,4%).  Le attese del pubblico sull’inflazione sono un elemento che la Banca centrale monitora per valutare se vi siano potenziali pressioni. Il 6 giugno tornerà a riunirsi il Consiglio direttivo per le decisioni monetarie e l’attesa prevalente è che operi un taglio dei tassi di interesse da 25 punti base, il primo dopo una lunga fase di aumenti, conclusa nel settembre del 2023, per contrastare l’alta inflazione.

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