Politica

Bilancio dello Stato, Giorgetti aggiorna il Piano Strutturale

Il ministro dell’economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti ha illustrato in Consiglio dei ministri il Piano Strutturale di Bilancio di medio termine adottato, con i dati aggiornati alla luce delle revisioni di contabilità nazionale rilasciate dall’Istat lo scorso 23 settembre e dopo il confronto con le parti sociali avvenuto mercoledì scorso.

Lo fa sapere il Mef.

Poi Giorgetti: ““Il governo è al lavoro per presentare la legge di bilancio sarà la prima nella vigenza della nuova governance economica europea ma non si allontanerà dai cardini che hanno ispirato la politica economica di bilancio del governo in questi due anni. La finanza pubblica è di nuovo sotto controllo e dopo avere ereditato la situazione disastrosa dovuta all’impatto dei bonus edilizi, le scelte fondate su responsabilità realismo a non portato risultati e già nel 2024 in anticipo sulle nostre previsioni dovremmo riuscire a tornare in avanzo primario, ovvero lo stato risparmierà più di soldi quanti ne spende al netto del costo del debito pubblico”.

Nel dettaglio, secondo Minfinanze, i tassi di crescita della spesa primaria netta previsti, che nell’arco dei 7 anni avranno una traiettoria media vicina all’1,5%, sono: 1,3% nel 2025; 1,6% nel 2026; 1,9% nel 2027; 1,7% nel 2028; 1,5% nel 2029; 1,1% nel 2030 e 1,2% nel 2031.

Il Piano è stato adottato dopo il confronto con le parti sociali avvenuto mercoledì scorso, ricorda la nota. In particolare, il Piano conferma la traiettoria della spesa primaria netta (nuovo indicatore univoco sottoposto alla sorveglianza della Commissione) che avrà, nei prossimi 7 anni (orizzonte temporale di riferimento), un tasso di crescita medio vicino all’1,5%, compatibile con il profilo stimato dalla Commissione. Il Piano strutturale di bilancio, evidenzia il Mef, si ispira a una linea seria, prudente e responsabile, coerentemente con l’azione che il governo porta avanti fin dall’inizio.

Tenendo anche conto della revisione del Pil nominale operato dall’Istat e dei dati sul debito elaborati dalla Banca d’Italia, il rapporto debito/Pil a fine 2023 scende al 134,8% (133,6% a meno delle compensazioni relative ai bonus edilizi) rispetto al 137,3% precedentemente stimato. Inoltre, “come già rilevato nel Def dello scorso aprile, l’andamento nei prossimi anni, soprattutto nel periodo 2024-2026, continuerà a essere fortemente condizionato dall’impatto sul fabbisogno di cassa delle compensazioni d’imposta legate ai Superbonus edilizi introdotti a partire dal 2020”. Lo fa sapere il Mef. Il rapporto debito/Pil, dunque, solo dal 2027 inizierà un percorso di discesa, in linea con le nuove regole che prevedono che si riduca, in media, di 1 punto percentuale di Pil successivamente all’uscita dalla procedura per deficit eccessivi.

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