La Cina è diventata il primo Paese a nominare un ambasciatore in Afghanistan dopo il ritorno dei Talebani al potere. Mr. Zhao Xing è stato ricevuto ieri 14 settembre, presso il palazzo presidenziale dal ministro degli Esteri Amir Khan Muttaqi. Non è chiaro se l’insediamento del diplomatico sia il preludio a un riconoscimento ufficiale del governo talebano, con il quale Pechino ha continuato a intrattenere rapporti soprattutto dal punto di vista commerciale. L’intenzione di portare avanti un dialogo era tuttavia emersa già lo scorso anno quando a marzo 2022 il ministro degli Esteri Wang Yi si era recato a Kabul visita che il ministro degli esteri Muttaqi definì la “più importante delegazione ricevuta dall’Afghanistan”. Wang Yi si era recato a sorpresa in Afghanistan nel marzo dello scorso anno per quella che era la sua prima visita nel Paese, .dopo aver partecipato, come osservatore, alla 48/ma sessione del Consiglio dei ministri degli Esteri dell’ Organizzazione per la cooperazione islamica (Oic), tenutasi a Islamabad, in Pakistan. La Cina condivide con l’Afghanistan un aspro tratto di confine di quasi 80 chilometri,stretto corridoio particolarmente temuto perché potrebbe rappresentare un potenziale canale di collegamento e di azione dei separatisti musulmani uiguri dello Xinjiang. Gli interessi della Cina in Afghanistan riguardano (per ora) l’estrazione del rame a Mes Aynak, nella regione di Logar. Secondo fonti di agenzia proprio il governo talebano aveva chiesto allaChina Metallurgical Group Corp (Gruppo MCC) di riprendere il progetto bloccato per anni. L’accordo firmato nel maggio 2008 tra l’allora governo afghano sostenuto dall’Occidente e il gruppo MCC, prevedeva che la parte cinese pagasse 400 milioni di dollari all’anno per una concessione mineraria di 30 anni. A gennaio, di quest’anno Pechino e Kabul hanno sottoscritto un contrattoper il giacimento di petrolio e gas di Amu Darya, con lavori per 690 milioni di dollari. E da maggio si sta trattando per la lavorazione del litioin Afghanistan con 120mila assunzioni dirette e un milione nell’indotto. L’ultima offerta di Pechino è di 10 miliardi di dollari.
GiElle