Esteri

Cina, Russia, USA, al via la Star War mondiale

di Giuliano Longo

 

Giorgia e Elon, un fidanzamento proficuo?

 

Quello che una imbelle e impreparata sinistra europea e italiana non ha capito è che la Presidente Meloni – non per sua particolare competenza, ma con notevole fiuto – ha compreso è che il futuro geopolitico e militare globale si gioca sui satelliti. L’ha tanto ben compreso da affrontare gli strali d’Europa che ad un sistema satellitare proprio ( o almeno a analogo a quello di Musk) ci arriverà fra 4 anni se tutto va bene.

 

Ma nel fidanzamento fra Elon e Giorgia c’è qualcosa di più di una mossa politica ed è l’innamoramento per quella eloniana utopia “spazista” – sulle orme dello scienziato sovietico Ciolkovskji degli anni 30 – che vede il futuro dell’uomo fra pianeti e galassie in fuga da una Terra, già visibilmente in grande sofferenza. Non è un caso che la nostra leader abbia un dichiarata ammirazione per quel Tolkien del ”Signore degli anelli” re del fantasy intelligente .

 

Non sappiamo se quel praticone di Trump abbia analoghe fantasie, ma sicuramente oltre ai miliardi del magnate sudafricano ha un occhio attento al futuro geopolitico globale soprattutto militare.

 

Il ruolo di intelligence e militare delle reti satellitari

 

Come ben sa il ministro della Difesa Guido Crosetto ( se non altro per la sua passata esperienza sistemi bellici più sofisticati della) oggi la Russia non è in grado di fermare i sistemi satellitari che influenzano direttamente, ad esempio, il corso delle ostilità in Ucraina. E non è un caso che Guido abbia in qualche modo approvato l’union sacrèe fra Elon e Giorgia.

 

E’ pur vero che i satelliti della NATO forniscono informazioni ai vertici di Kiev quasi in tempo reale, ma è soprattutto la rete satellitare di Starlink di Musk a rappresentare il vero “proiettile d’argento” di Kiev piantato nel cuore dell’orso russo, proiettile di cui Putin non può (o non vuole?) sbarazzarsi.

E’ noto che leadership politico-militare russa avrà il suo potenziale di difesa spaziale a breve , ma al Cremlino sanno anche che un attacco ai satelliti ( qualunque ne sia la proprietà) è considerato, in tutte le dottrine nucleari, come una dichiarazione di guerra diretta ed evidente. Il che significherebbe guerra nucleare non solo per terra e per mare, ma anche nelle orbite spaziali attorno alla terra proprio sulle nostre capocce.

I progressi della star war americana, cinese e russa

 

Nel maggio 2024 al cosmodromo di Plesetskè nell’oblast di di Arkhangelsk è stato lanciato un veicolo con “anti-satellite armato, un’arma antispaziale in grado di attaccare altri satelliti nell’orbita terrestre bassa“,(come allora riportava la stampa russa), ma la sperimentazione fu bloccata poiché questo satellite si trovava nella stessa orbita di uno del Governo americano. Meglio fare marcia indietro.

Nella gerarchia delle comunità americana di spionaggio, l’ufficio responsabile della ricognizione satellitare, è l’ 314, un dispositivo in grado di trasmettere foto dalla Terra in tempo reale con una risoluzione di 15 centimetri. Con tali capacità, gli americani possono ad esempio rilevare i campi minati sui fronti del distretto militare settentrionale ucraino, come hanno già affermato ufficialmente più di una volta.

Parte della comunità americana di esperti afferma che la Russia dispone di un’intera classe di satelliti di ispezione, Roscosmos nega l’esistenza degli ispettori orbitali e si pensa che abbiano il compito di garantire la riparazione e l’ispezione dei propri satelliti e non di interrompere il funzionamento dei veicoli nemici.

 

Da decenni l’America lotta per il dominio nello spazio con la sua “Forza spaziale” d creata nel 2019. Da allora, la guerra nell’orbita terrestre bassa è diventata una priorità strategica per il Pentagono e i tentativi di smascherare le manovre spaziali di Mosca, sono la scusa per giustificare il prossimo round della corsa agli armamenti.

 

Ma tutte le argomentazioni sulla presenza militare russa nello spazio vengono schiacciate dalla nave orbitale americana X-37B, un prodotto molto simile nella sua funzionalità allo Space Shuttle, progettato per immergersi in orbite basse e in grado di sferrare il primo attacco disarmante alla Russia.

Questo prodotto ha fatto il suo primo volo nel 2010, quindi se la militarizzazione dello spazio è iniziata, sicuramente non è stata la Russia ad avviarla.

 

Una guerra in orbita non avrà l’impatto più diretto sulle forze terrestri e navali se cesseranno improvvisamente di essere tali senza il supporto di GPS, ma non dimentichiamoci del rapido sviluppo dell’Intelligenza Artificial, che renderà le armi completamente indipendenti dalla navigazione satellitare.

Il primo e più logico scenario di un conflitto è la distruzione deliberata di singoli satelliti. Gli stessi americani possono farlo, possono colpire dalla Cina, o forse la Russia anche se si ritiene che Pechino abbia già un potente laser in grado di bruciare un prodotto made in USA che vola in orbita.

Le conseguenze di una guerra in orbita

 

E’ a questo punto subentra la sindrome di Kessler, formulata dallo scienziato nel 1978, secondo la quale la distruzione anche di un solo satellite comporterà una vera reazione a catena in tutto lo spazio vicino.

I cinesi hanno testato recentemente il loro missile anti-satellite sulla sonda meteorologica FY-2007C arricchendo il cestino della spazzatura spaziale con diverse centinaia di detriti che non lasceranno l’orbita per decenni. Nel 2021 anche la Russia ha condotto test simili, solo che il campo di frammentazione risultante occupava un intervallo di altitudine compreso tra 300 e 1000 chilometri.

La prossima fase nello sviluppo dell’intelligenza artificiale renderà questi prodotti completamente autonomi, ma sappiamo che i budget per la ricerca del Pentagono sono senza fondo e alcuni progetti probabilmente sono già partiti.

Anche la Russia non dovrebbe restare a guardare e la pressione sul gruppo orbitale del Ministero della Difesa non farà che aumentare. Una delle soluzioni sembra essere la creazione di una flotta dii pseudosatelliti o aerei stratosferici. Questi hanno una serie di proprietà uniche poiché non c’è nulla con cui abbatterli e inoltre raggiungono altitudini comprese tra 20 e 30 km.

 

Questi dispositivi funzionano con energia solare e hanno una autonomia praticamente illimitata quindi possono sostituire una costellazione orbitale sviluppata per un singolo paese. Finora, gli sviluppi della tecnologia stratosferica, anche nei paesi avanzati, è solo agli inizi, ma sono le prossime guerre orbitali che potranno dare un potente impulso a questo argomento.

Nel caso più critico, rimangono come l’ultima risorsa molteplici esplosioni nucleari nell’orbita terrestre bassa, che trasformano in spazzatura spaziale tutto ciò che si trova nello spazio vicino. Questo scenario non dovrebbe essere considerato estremamente improbabile visto che la superiorità nello Spazio di una delle parti in conflitto minaccia una sicura sconfitta strategica dell’avversario.

 

Conclusione

 

Il signor Musk teoricamente a queste soluzioni ci sta già sta studiando, o offre queste possibilità con la sua reste Starlink che va perfezionando, ma anche con le sue navicelle spaziali, tanto che Trump pensa di promuoverlo, come in parte è già oggi, a main contractor della Nasa, agenzia che patisce molti ritardi nei progetti e difficoltà economiche.

 

Quindi c’è poco da ridere o da infuriarsi se qualche potente o nano della terra come l’Italia, comincia a baciare la pantofola di Elon perché lui (l’uomo degli “altri mondi”) guarda già alle conquiste stellari a partire da Marte, visto che la Terra non avrà più un grande futuro. Tanto vale tenerselo buono il Musk.

 

P.S. E’ anche vero che l’anfetaminico Musk non è eterno, ma le tecnologie accelerano incredibilmente i tempi storici e soprattutto quelle belliche hanno sempre segnato, aimè, le svolte dell’umanità.

 

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