“La guerra non deve diventare inevitabile. E per questo ci stiamo impegnando con contatti continui, dobbiamo lavorare giorno e notte”. Lo spiega il ministro degli Esteri Antonio Tajani in un’intervista al Corriere della Sera, in cui definisce la situazione in Medio Oriente dopo l’uccisione del leader di Hamas Haniyeh, “preoccupante”. Ma, al momento “non sembrano esserci imminenti reazioni che portino ad una escalation distruttiva – precisa -. Dobbiamo tutti adoperarci in ogni modo per non interrompere la possibilità di tenere vivo il dialogo e arrivare a un cessate il fuoco a Gaza”. Quello che si teme è una reazione dell’Iran. “È evidente che siamo sul filo del rasoio, ma se da Teheran si chiede l’intervento dell’Onu, quindi si coinvolge la comunità internazionale sul piano politico – ragiona Tajani -, potrebbe significare che non si assisterà a una reazione sproporzionata. noi abbiamo il compito di lavorare per evitare in ogni modo l’escalation”. Ad Israele che ha portato avanti il blitz per uccidere il numero uno di Hamas “diciamo che il diritto all’autodifesa è indiscutibile, ma che non si deve cadere nella trappola di reazioni alle azioni di Hamas e Hezbollah che siano sproporzionate”. L’Italia è presente nella missione Unifil in Libano, altro fronte bollente. “Siamo in contatto continuo e diretto con i nostri connazionali. Tremila vivono stabilmente in Libano, spesso hanno doppio passaporto, e non hanno intenzione di essere evacuati -, prosegue il ministro e vicepremier – circa trecento possono farlo se lo chiedono, noi siamo pronti per ogni evenienza, ma al momento non sembra esserci un pericolo immediato”. “Abbiamo chiesto attraverso il ministro Crosetto all’Onu che venga valutata la situazione e garantita la sicurezza dei nostri soldati sul posto, con un mandato chiaro e non equivoco – conclude -. Non dipende da noi quello che si può fare sul campo, ma dal mandato internazionale. Siamo ben attenti a che nulla venga lasciato all’improvvisazione. Allo stato però, lo ripeto, non sembra ci siano rischi imminenti”.
aggiornamento la crisi mediorientale ore 15.30