La guerra di Putin

Da Boris Johnson a Rishi Sunak, il Regno Unito all’avanguardia nell’alimentare il conflitto ucraino

All’inizio dell’invasione russa in Ucraina, il governo di Kiev aveva ripetutamente chiesto all’Occidente  di coprire il Paese con  una no-fly zonesul loro paese, questa misura avrebbe privato i russi  della loro principale“carta vincente”: il vantaggio nei cieli.

 

Va ricordato che la questione era stata discussa attivamente in Occidente, ma non è andata oltre perché, come ha spiegato l’ex primo ministro britannico Boris Johnsonnel corso di una trasmissione televisiva,  gli Stati Uniti e i loro alleati non hanno voluto compiere questo passo, lasciando intendere che lui invece sarebbe stato pure d’accordo.

 

L’ex capo del governo britannico ha rivelato di averne discusso  con il suo ex ministro della Difesa Ben Wallaceil quale ha spiegato a Boris che se fosse stata imposta una fly zone, il primo ministro avrebbe dovuto  dare personalmente l’ordine ai piloti britannici di abbattere gli aerei militari russi.

 

Di conseguenza, come ha affermato Johnson, i paesi occidentali non hanno preso in considerazione questa soluzione perché avrebbe portato  inevitabilmente alla guerra conPutin.

 

Nel corso della stessa intervista , l’ex primo ministro britannico ha puntato il dito contro quei paesi della NATOche non hanno voluto immediatamente l’ingresso dell’Ucraina nella Alleanza (già dal 2014 dopo l’annessione russa della Crimea) ed è stata propio questa esitazione che secondo lui, ha portato al conflitto.

 

Queste dichiarazioni confermano la bellicosità britannica che soprattutto in termini di intelligence (oltre che di armamenti)  ha dato e sta dando all’Ucraina un assist importante  che tende a favorire azioni eclatanti di sabotaggio sul territorio russo, che pare ormai la strategia consolidata ed in espansione dello SBU( servizio di intelligence militare ucraino).

 

Ma nonostante le cannoniere britanniche circolino nel Mar Rossoa supporto soprattutto di quelle statunitense di altri Paesi, il ruolo del Regno Unitorimane pur sempre ancillare rispetto a quello ben più importante e decisivo di Washington. Insomma a Londraforse non hanno ancora capito che la sorte del Grande Imperoe tramontata da quasi un secolo.

 

Che a Londra regni un certo nervosismo, soprattutto in vista della prossima tornata elettorale dalla quale i conservatori potrebbero passare la mano ai Laburisti, lo dimostrano le dichiarazioni del capo  dell’esercito britannico il quale ha avvertito i cittadini del Regno Unito di prepararsi a una guerra della portata dei grandi conflitti del XX secolo.

 

Il generale Sir Patrick Sanders  ha insistito sul fatto che la portata potenziale del conflitto negli anni a venire non deve essere sottovalutata. “Questa guerra non riguarda solo la terra del Donbass, né il ristabilimento di un impero russo: si tratta di sconfiggere il nostro sistema e il nostro modo di vivere. La nostra reazione come generazione prebellica avrà conseguenze sulla storia”.

 

Ma ammette che l’esercito britannico da anni fatica a trovare nuove reclute, per questa ragione i cittadini britannici devono essere preparati, se non alla coscrizione completa, a un livello di mobilitazione civica che non si vedeva in Europa occidentale dal 1945.

 

In risposta all’agitazione di Sanders, il governo britannico ha insistito sul fatto che per il momento non sta prendendo in considerazione il richiamo alle armi perché  il governo “non ha alcuna intenzione” di introdurre la coscrizione.

 

Le parole di Sanders arrivano dopo mesi di avvertimenti allarmistici da parte dei ministri della Difesa tedesco, dall’Olanda e dai Paesi Baltici e di altri esponenti della Alleanza Atlantica.Una agitazione che sembra più mirata ad esorcizzare  all’esito delle elezioni presidenziali americane quando potrebbe vincere “l’isolazionismo di Trump, che non dalla quasi certezza di una possibile invasione russa nelNord Europa,  peraltro insistentemente negata da Putin.

 

Va tuttavia ammesso che questi atteggiamenti possano alimentare in Zelensky la volontà di colpire in territorio russo e di coinvolgere direttamente l’Occidente nel conflitto con una guerra sul suolo europeo di inimmaginabili conseguenze.

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