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  Ddl Diffamazione, Fnsi: «Ritirati gli emendamenti sul carcere restano comunque criticità»

 

 

«Il senatore di FdI Gianni Berrino ritira gli emendamenti sul carcere al ddl Diffamazione. Erano emendamenti ingiusti e incivili che avrebbero portato l’Italia ai confini dell’Ungheria. Di questo, fortunatamente, si è accorto un pezzo della maggioranza, alla quale ora ci rivolgiamo nella speranza che, assieme alle altre forze politiche democratiche, si metta al lavoro per rendere più europeo il disegno di legge sulla diffamazione, che per l’informazione ha comunque molte criticità». Alessandra Costante, segretaria generale della Fnsi, commenta così la notizia del ritiro, lunedì 15 aprile 2024, degli emendamenti proposti in commissione Giustizia dal senatore ligure e contro i quali si erano subito sollevate le proteste dei rappresentanti dei giornalisti.

«Il ritiro degli emendamenti che reintroducevano il carcere per i giornalisti non è ravvedimento, ma qualcuno deve aver spiegato al senatore Berrino le sentenze della Corte costituzionale e di quella europea. E comunque resta che è un Ddl pessimo, liberticida», scrive in un post il presidente della Fnsi, Vittorio di Trapani.

Per Associazione ligure dei giornalisti e Ordine dei giornalisti della Liguria «gli emendamenti, oltre a essere profondamente ingiusti e incivili, avrebbero rappresentato l’ennesimo attacco alla libertà di stampa facendo pericolosamente scivolare l’Italia verso Paesi come Russia, Cina, Bielorussia o Iran. Sindacato e Ordine della Liguria – dicono Matteo Dell’Antico (segretario dell’Assostampa) e Filippo Paganini (presidente dell’Odg) – come già avanzato dalla segretaria generale della Fnsi, Alessandra Costante, si augurano che le forze politiche possano ora rendere più europeo il disegno di legge sulla diffamazione».

Intanto resta confermata la riunione dei capigruppo di maggioranza in commissione Giustizia del Senato convocata per martedì 16 aprile alle 14 per fare il punto sul disegno di legge. L’incontro si terrà presso lo studio della presidente della Commissione Giulia Bongiorno che è anche la responsabile Giustizia della Lega.

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