Politica

Desideri (Democrazia Cristiana): “Per il dopo Berlusconi c’è bisogno di dialogo tra tutti i moderati”

di Marino Marini

 

Desideri, la perdita di Berlusconi segna la fine della fase politica iniziata nel lontano 1994…?

Il presidente Berlusconi è stato un indubbio protagonista della politica italiana. Oggi restano i suoi risultati, la memoria del suo agire, le sue sconfitte, le tante “fotografie”di momenti che indubbiamente immortalano accadimenti di cui egli è stato protagonista, nel bene e non soltanto, sia nella storia italiana che in quella internazionale. Il mio auspicio è che riposi in pace come è giusto che sia.

Cosa accadrà nella politica italiana dopo Berlusconi…?

Berlusconi è stato un punto di mediazione e di dialogo nelle polarizzazioni del centrodestra e più in generale della politica italiana. Allo stesso tempo è stato capace di recitare un ruolo di sintesi e di negoziazione nel proscenio della politica internazionale, ruolo quest’ultimo di cui l’Italia non può fare a meno nei tempi attuali. Egli, con la sua figura, con i suoi rapporti nazionali ed internazionali, è riuscito a mitigare l’esigenza – oggi purtroppo ineludibile – di un forte contenitore, ampio e partecipato, dei tanti moderati italiani variamente rappresentati. Questa è l’esigenza ormai improcrastinabile della politica italiana.

Ma forse questa è l’ambizione di Fratelli d’Italia e della Meloni…?

Che Fratelli d’Italia e la sua leader, la presidente Meloni, ambiscano ad essere tali, puntando a svolgere questa funzione nella politica italiana ed europea, può esistere soltanto – ed esclusivamente – nella definizione delle strategie del partito della destra italiana. Che riescano realmente ad esserlo, o a diventarlo, è cosa ben diversa e difficilmente realizzabile.

Quindi lei ipotizza la nascita, a breve, nella politica italiana, di un “rassemblement” dei moderati italiani…?

Ma guardi il presupposto ineludibile esiste e si chiama Partito Popolare Europeo. In Europa tutti cercano di posizionare il P.P.E. a destra o a sinistra degli schieramenti politici, ma il suo posto è inevitabilmente centrale rispetto alla politica di Bruxelles. In Italia tutti si affannano ad interpretare i valori della Democrazia Cristiana, che per altro è partito fondatore del P.P.E., chi utilizzandone impropriamente la definizione, chi utilizzandone – altrettanto impropriamente – il simbolo, chi rifacendosi al popolarismo sturziano ed ai valori dei cattolici impegnati in politica etc., potrei continuare per molto ancora. Tutto questo non è altro che il segnale evidente, nonché la formalizzazione, di un bisogno che la morte del presidente Berlusconi ha trasformato in esigenza vitale, per la politica italiana, di un urgente “rassemblement”di tutti i moderati italiani.

Quindi una nuova operazione di vertice della politica italiana che metta tutti sullo stesso piano e nel medesimo contenitore…?

Ma assolutamente no. Il prossimo anno ci saranno le elezioni europee. Come lei è ben consapevole sono elezioni proporzionali, con una soglia di sbarramento fissata al 4%. Esistono tutte le condizioni sia nel Paese, che nel nostro panorama politico, per far emergere dalla società italiana una nuova idea di forza politica e sociale, la quale fondandosi sui valori cui prima facevo cenno, possa pensare di interpretare, attuare e rendere presenti, sia nelle istituzioni italiane che in quelle europee,  i valori del popolarismo europeo e dei tanti moderati italiani.

Una iniziativa che potrebbe essere aperta anche al Movimento 5 Stelle di Conte…?

Nessuno può mettere limiti all’eventuale partecipazione di un’idea che parta dalla società italiana. La questione discriminante è la condivisione dei valori di riferimento e la disponibilità a concretizzarli nelle scelte istituzionali.

Quando comincerete a parlare di questo progetto concretamente…?

A breve sicuramente e certamente nella prossima “Festa dell’Amicizia” che il partito si accinge ad organizzare a livello nazionale.

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