Politica

Lamorgese: “La guerra e la crisi del grano porterà ad un aumento del flusso di migranti”

La crisi alimentare degli ultimi mesi, legata anche al blocco del grano per la guerra in Ucraina, rischia di diventare una bomba sociale in diversi Paesi. Secondo la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, ospite di Live In Venezia (Sky), “dobbiamo pensare che ci sarà un aumento dei flussi di migranti”. Preoccupa in particolare la tendenza in crescita delle migrazioni dal nord Africa e dal Medio Oriente. “Cipro ha avuto il 286% in più di afflussi, noi siamo sul 30% in più”, spiega Lamorgese. “Se non si riesce a portare via il grano dai porti del Mar Nero, dobbiamo attenderci un flusso maggiore. Ne parleremo con i ministri del Mediterraneo. La nostra forza è che siamo in cinque, cinque Paesi europei di primo approdo con gli stessi problemi”, commenta la ministra. Poi aggiunge: “Bisogna aiutare i Paesi in condizioni di povertà e noi non possiamo pensare di essere gli unici ad accogliere. Non diamo numeri su quanti migranti potrebbero arrivare, possiamo dire che c’è un incremento rispetto allo scorso anno, sicuramente. Dobbiamo lavorare con l’Europa per trovare una soluzione, soprattutto per sbloccare la situazione del grano”. E conclude: “Il decreto flussi verrà realizzato con la presidenza del Consiglio. Ci sono diversi settori in Italia che hanno necessità di manodopera”. La soluzione per la guerra in Ucraina deve passare per vie diplomatiche, dice Lamorgese: “Una guerra impensabile per noi, quella in Ucraina. Dopo 100 giorni c’è una grave situazione, e non solo in quel Paese, da cui sono scappate migliaia di persone. Bisogna andare avanti con l’attività diplomatica. Il presidente Draghi sta intervenendo in tutti i modi per arrivare ad un programma che preveda la pace in quel Paese. Non è semplice – spiega Lamorgese – l’attività diplomatica prevede che ci siano due parti in causa: le trattative non possono che essere riservate. Quando si troverà un punto di contatto, poi se ne potrà parlare. Il mio è un auspicio – aggiunge – affinché le trattative interessino tutte le parti. E devono per ora restare riservate”. A distanza di trent’anni dalle stragi di Capaci e via d’Amelio, Lamorgese torna sul tema della lotta a Cosa Nostra: “Le morti di Falcone e Borsellino sono state il peggior investimento della mafia. Lì c’è stato uno scatto della società civile. La produzione normativa in questi anni è stata consistente. Ora è stato inserito un sistema di controllo con i comuni per monitorare e seguire eventuali contatti, anche occasionali, con la malavita organizzata”.

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