Esteri

Documenti classificati, perquisita la residenza di Donald Trump. L’ex Presidente: “Raid non necessario, né appropriato”

 

Gli agenti dell’Fbi si sono presentati a sorpresa nel resort  dell’ex Presidente Donald Trump a Mar-a-Lago, in Florida, e hanno dato inizio a una perquisizione. A darne notizia è lo stesso Tycoon che in un comunicato stampa ha scritto: “La mia bella casa è attualmente sotto assedio, perquisita e occupata da un folto gruppo di agenti dell’Fbi”. I federali, ha aggiunto Trump, hanno anche “fatto irruzione nella mia cassaforte”. L’operazione è iniziata intorno alle 10 di lunedì mattina (le 16 ora italiana) ma non è trapelata fino a sera, quando lo stesso Trump ha diffuso il comunicato. “Niente del genere era mai successo prima a un presidente degli Stati Uniti – ha attaccato il Tycoon – Dopo aver collaborato con le agenzie governative, questo raid non annunciato a casa non era necessario né appropriato”. La residenza perquisita dall’Fbi si trova a Palm Beach, in Florida, ed è diventata la sua abitazione da quando Trump ha lasciato la Casa Bianca nel gennaio 2021. Al momento dell’arrivo dei federali, però, come riportano fonti della Cnn, il Tycoon non si trovava a Mar-a-Lago. In una nota inviata in serata alla stessa emittente statunitense, l’ex presidente ha sostenuto di essere vittima di una persecuzione ma non ha fornito dettagli sui motivi dell’operazione federale. “La nostra nazione – ha dichiarato Trump – sta vivendo tempi bui, la mia bella casa di Mar-a-Lago a Palm Beach, in Florida, è stata perquisita e occupata”. L’imprenditore ha risposto alla perquisizione definendola una “strumentalizzazione della giustizia e un attacco dei democratici di sinistra radicali che disperatamente non vogliono che mi candidi alle elezioni del 2024”. Va detto che ormai da tempo Trump è finito nel mirino, prima della giustizia fiscale, poi delle Commissioni che indagano sugli ultimi gioni alla Casa Bianca del Tycoon, quando fu addiritturo tentato un colpo di Stato per rovesciare l’esito delle elezioni vinte da Biden. Nulla è trapelato sui notivi della perquisizione, ma sembrerebbe che i federali stessero cercando documenti classificati che l’ex presidente avrebbe portato via dalla Casa Bianca alla fine del suo mandato. Secondo l’ex portavoce Stephanie Grisham, infatti, l’ex presidente “non gestiva correttamente i documenti riservati. L’ho visto passare in rassegna i documenti, buttarne via alcuni, strapparne altri e metterne in tasca altri ancora”. Questo assalto, ha accusato Trump, “poteva avvenire solo nei corrotti Paesi del Terzo mondo. Purtroppo, l’America è diventata uno di questi Paesi, con un livello di corruzione mai visto prima”. Il tycoon ha fatto un riferimento allo scandalo Watergate che portò mezzo secolo fa alle dimissioni del presidente repubblicano Richard Nixon. “). La “persecuzione politica”, ha continuato ad attaccare l’ex presidente, “va avanti da anni, dalla storia risultata falsa dell’intervento della Russia, alla bufala dell’impeachment 1 e alla bufala dell’impeachment 2, e molto altro ancora”.

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