La guerra di Putin

Donbass, Mosca cerca l’assalto finale. Strenua resistenza dell’esercito ucraino. Mille marines di Kiev si sono arresi a Mariupol

L’assedio al Donbass è ormai l’unica strategia certa del Cremlino. La morsa dell’armata rossa e delle forze autonomiste stanno lentamente ma inesorabilmente fiaccando la resistenza di quel che resta dell’esercito ucraino e dei volontari lealisti, soprattutto nei grandi centri che rappresentano i soli punti di resistenza. Continuano i bombardamenti russi con artiglieria su Kharkiv e aerei su Mariupol dove sono state colpite infrastrutture civili: presa di mira anche la regione di Zaporizhia.  A darne notizia e confermare gli attacchi lo Stato Maggiore Generale delle Forze Armate ucraine sulla sua pagina Facebook nel rapporto della mattina, citato dall’Agenzia Unian. Nelle direzioni Donetsk e Tavriya, l’esercito russo sta lanciando attacchi aerei e sta avanzando nell’area del complesso metallurgico Azovstal e del porto. In queste ultime ore si sa che sarebbero un migliaio i militari ucraini che si sono arresi a Mariupol. E’ quanto sostiene sul suo canale di Telegram il leader ceceno Ramzan Kadyrov, aggiungendo che si contano anche ”centinaia di feriti”. “Oggi più di 1.000 marines ucraini si sono arresi a Mariupol. Ci sono centinaia di feriti tra loro. E’ una scelta giusta”, ha detto, come riporta l’agenzia di stampa russa Tass. Secondo Kadyrov, “le forze ucraine vengono sconfitte una dopo l’altra ogni giorno”. “I combattenti ucraini non sanno cosa fare con i feriti, non sanno chi contattare e cosa fare dopo, perché la resistenza è inutile e non ci sono quasi più combattenti. Sono attivi solo piccoli gruppi individuali”, ha detto. Il leader ceceno ha aggiunto che “ci sono circa 200 feriti nello stabilimento di Azovstal che non possono ricevere assistenza medica”. Ed ”è meglio per loro e per tutti gli altri porre fine a questa inutile resistenza e tornare a casa dalle loro famiglie”. “Per oggi non sono previsti corridoi umanitari per i civili perché l’occupante viola il cessate il fuoco”, ha reso noto la vice premier ucraina Iryna Vereshchuk. “Non solo gli occupanti stanno ignorando il diritto umanitario internazionale, ma non possono controllare adeguatamente i loro militari sul campo – ha scritto su Telegram la ministra per la Reintegrazione dei territori occupati – Tutto ciò crea un livello alto di pericolo, quindi dobbiamo astenerci dall’aprire corridoi umanitari oggi. Ma lavoriamo per riaprirli il ​​prima possibile”. Da dar conto, purtroppo, anche del bilancio delle vittime. Poco si sa di quelle militari ma molto di quelle civili. Secondo il ministero degli esteri ucraino più di 720 persone sono state uccise nella sua città e in altri sobborghi della capitale ucraina Kiev occupati dalle truppe russe e più di 200 sono considerate disperse. C’è anche la conferma dell’attacco, oltre che con un missile, anche con bombe a grappolo nella stazione di Kramatorsk che avrebbe causato più di 50 morti. Questo ordigno è bandito da molti Paesi in base al diritto internazionale. La conferma è arrivata dalle testimonianze dei giornalisti della Bbc che hanno visitato la stazione dopo l’attacco.

aggiornamento la Guerra di Putin ore 16.00

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