Politica

Draghi mette una parte delle risorse Pnrr su Ricerca e Istruzione e per i Bandi ci sono 30 miliardi di euro

“Realizzare il pieno potenziale della ricerca vuol dire puntare su chi è stato spesso ai margini di questo mondo: le donne. Per troppo tempo le posizioni di vertice nella ricerca scientifica sono state appannaggio degli uomini. Oggi sono molte di più le ricercatrici italiane che si affermano ai massimi livelli”, ha dichiarato il premier. Draghi cita Lucia Votàno, la prima donna a dirigere i Laboratori del Gran Sasso, Fabìola Gianotti, direttrice del CERN e coordinatrice del progetto che ha portato alla scoperta del bosone di Higgs rilevando che “un numero sempre maggiore di scienziate guida progetti che spingono in avanti le frontiere della ricerca” e che “questi Laboratori, dove otto su 14 responsabili di progetto sono donne, costituiscono un esempio per tutti”.  Ciò detto, “sono però ancora troppo poche le ragazze che scelgono studi scientifici”, rimarca il presidente del Consiglio, “tra le giovani immatricolate nelle università italiane, solo una su cinque sceglie le cosiddette materie STEM- scienza, tecnologia, ingegneria e matematica, la metà circa degli uomini”. Si tratta di “diseguaglianze che partono da lontano, addirittura dall’infanzia”. Per promuovere la partecipazione femminile al mondo delle scienze e della tecnologia “dobbiamo intervenire lungo tutto l’arco dell’istruzione, dalla scuola all’università- dice Draghi- Investiamo oltre un miliardo di euro per potenziare l’insegnamento delle materie STEM, anche con l’obiettivo di superare gli stereotipi di genere. Come previsto dalla Strategia nazionale per la parità di genere, puntiamo a portare la percentuale di studentesse in discipline STEM almeno al 35% degli iscritti”. “La ricerca deve essere al centro della crescita dell’Italia. Con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza investiamo oltre 30 miliardi in istruzione e ricerca. Finanziamo fino a 30 progetti per infrastrutture innovative di rilevanza europea. Nei prossimi 4 anni, destiniamo 6,9 miliardi di euro alla ricerca di base e applicata. A dicembre abbiamo pubblicato bandi, che si sono chiusi questa settimana, per un totale di circa 4,5 miliardi di euro. Finanzieranno cinque Centri Nazionali, gli Ecosistemi dell’Innovazione territoriali e le Infrastrutture di Ricerca e di Innovazione. Il nostro obiettivo è favorire il progresso scientifico e coinvolgere le nostre migliori competenze”. Così il presidente del Consiglio Mario Draghi in conferenza stampa dopo la visita nei Laboratori Nazionali del Gran Sasso insieme al premio Nobel per la fisica Giorgio Parisi.La ricerca scientifica è rigore, entusiasmo, visione, a servizio della collettività e delle generazioni future. Per troppi anni, l’Italia non ha saputo accompagnare i suoi scienziati con la convinzione che meritano. Molti di loro sono partiti – non per scelta ma per costrizione. Troppo pochi sono arrivati a portare qui le loro competenze, la loro passione”, prosegue il premier. “Colmare questi ritardi richiede coraggio, determinazione, ma, come ha ricordato oggi il Professor Parisi, soprattutto necessita di continuità”, avverte Draghi, “tocca a noi tutti prenderci cura della scienza, come la scienza si è presa cura di noi”. “Vogliamo sostenervi e agevolare il vostro lavoro, senza ingerenze. Creare le condizioni economiche e culturali perché possiate progettare e crescere. Facilitare le collaborazioni internazionali, di cui questi Laboratori sono un esempio virtuoso. E promuovere la cultura del merito, con la consapevolezza che i risultati possono non essere immediati”, ha aggiunto. “L’impegno del Governo, e a questo proposito voglio ringraziare la ministra Messa per il suo lavoro, è partire dai giovani ricercatori, da molti di voi insomma. Il numero di nuovi dottori di ricerca in Italia è calato del 40% tra il 2008 e il 2019, ed è oggi tra i più bassi nell’Unione Europea. Per invertire questa tendenza, raddoppiamo il numero delle borse di dottorato, dalle attuali 8-9 mila l’anno a 20mila, e ne aumentiamo gli importi“, ha annunciato il premier. “Finanziamo circa 2.000 nuovi progetti di giovani ricercatori sul modello dei bandi europei- dice Draghi- E riformiamo i dottorati di ricerca per valorizzare il titolo anche al di fuori della carriera accademica, e formare competenze di alto profilo nelle principali aree tecnologiche”. “La pandemia ha riproposto la centralità della scienza per le nostre vite e per la nostra società. È il silenzioso lavoro dello scienziato a fare la differenza tra la morte e la vita, tra la disperazione e la speranza. Vale per lo sviluppo di vaccini e di medicinali, come per la lotta al cambiamento climatico. Senza ricerca non può esserci innovazione, e senza innovazione non può esserci progresso”.

Fonte Dire

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