Politica

Draghi verso l’addio. Non ci sarà un bis per il suo Governo

 

“Il Paese che vedo oggi è forte, leale all’alleanza atlantica e che cresce economicamente, non posso fare previsioni su quello che succede. Non condivido la visione negativa di chi vede che il Pnrr così non va bene e chi parla di togliere le sanzioni e parla di nascosto con i russi, c’è gente che lo fa e c’è gente che non lo fa”. Così il premier Mario Draghi in conferenza stampa a palazzo Chigi, dopo il Cdm che ha approvato il Decreto Aiuti Ter. Contro la Russia “le sanzioni funzionano, la propaganda russa ha cercato di dimostrare che non funzionano: non è vero. Alcune non funzionano, altre funzionano poco, altre moltissimo. Le sanzioni funzionano, altrimenti non si spiegherebbero certi comportamenti recenti del presidente Putin”, prosegue il premier. “Quindi bisogna continuare su quel fronte- dice Draghi- questa è la linea politica che il governo ha seguito e bisogna continuare con il sostegno all’Ucraina, fino a che non vinca la guerra di liberazione perché tale è, da chi ha invaso il suo paese. Il segretario di Stato Blinken mi ha confermato l’assenza di forze politiche italiane nella lista di destinatari di finanziamenti russi oggetto di lanci giornalistici in questi giorni”. Mantenere le sanzioni alla Russia e il sostegno all’Ucraina, “questa è stata la linea del mio governo”, per il prossimo “non posso anticipare quale sarà, ma all’interno del centrodestra ci sono tanti punti di vista” ma se cambierà la linea su sanzioni alla Russia e Ucraina “questo non lo posso dire”. Certo “è una visione che il governo attuale non condivide”. “Nei rapporti internazionali bisogna essere trasparenti. Ci vuole coerenza, non giravolte per cui si vota l’invio delle armi e poi si dice ‘no, non sono d’accordo’”, dice il premier Mario Draghi in conferenza stampa. “Oppure, ancora peggio- aggiunge- non si può inorgoglirsi dell’avanzata ucraina dopo che si è votato contro… si voleva forse che l’Ucraina si difendesse a mani nude?” “L’Ungheria è un Paese non democratico secondo l’Ue? Noi abbiamo una visione dell’Europa, difendiamo lo stato di diritto e i nostri alleati sono la Germania, la Francia. Cosa farà il prossimo governo non lo so, però un Paese si sceglie i propri partner oltre che in base alla comunanza ideologica, anche in base agli interessi del Paese stesso. Chi, tra questi Paesi conta di più? Datevi una risposta…”. “La democrazia italiana è forte, non si fa battere da nemici esterni e dai loro pupazzi prezzolati. Dobbiamo essere fiduciosi nella nostra democrazia”. Pou sul sul futuro politico: sarebbe disponibile a un secondo mandato a Palazzo Chigi? “No”, risponde Mario Draghi. “Non prevediamo nessuno scostamento di bilancio”, prosegue Draghi. “L’andamento dell’economia ci consente di aiutare famiglie e imprese senza mettere a rischio i conti pubblici e causare tensioni sui mercati”, aggiunge. Con il dl Aiuti ter “garantiamo tempi rapidi e certi per rigassificatore di Piombino”, che “è essenziale per questioni sicurezza nazionale e per garantire le forniture di gas”. Il riferimento è alla norma che conferma i rigassificatori quali opere strategiche, indifferibili e urgenti, e autorizzate da un Commissario, anche nel caso siano imposte prescrizioni o sopraggiungano fattori che impongano modifiche sostanziali o localizzazioni alternative. Sul fronte della diversificazione energetica “sblocchiamo ulteriori 6 parchi eolici che si aggiungono ai 45 già autorizzati. Ne restano pendenti altri 14 che contiamo di autorizzare nelle settimane che ci restano prima della fine del governo”.  Il dl Aiuti ter prevede “la mappatura delle concessioni, che permetterà di verificare con maggiore semplicità le condizioni e le modalità con cui sono affidati i beni demaniali”. Sul decreto legislativo sulla mappatura dei balneari, “la dichiarazione del ministro della Lega parlava di disaccordo non nel merito, ma sui tempi”, perché se ne sarebbe dovuto occupare il prossimo governo.
“E’ un metodo che questo governo non capisce molto, ci sono dei bisogni dei cittadini, bisogna trovare delle risposte quando sono pronte, con questo ragionamento avremmo combinato molto poco, sarebbe stato il fallimento di questo governo, che è stato creato per fare, non per stare”, spiega Draghi. “Chiaramente c’è un rallentamento della crescita, ma credo non si possano vedere ancora i sintomi di una recessione. Tra tutte le forze politiche una non ha mantenuto la parola sulla delega fiscale e non l’ha votata. Noi abbiamo fatto il possibile per mantenere le promesse, questo non mantenere la parola data non è un metodo di questo governo. C’è differenza tra mantenerla e no”.

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