Politica

Schlein a Berlino: mai alleanze con la destra, Meloni peggio di Orban

di Fabiana D’Eramo

Elly Schlein si unisce ai socialisti europei nel fronte comune contro la destra, qualsiasi cosa accada. Con Olaf Scholz e gli altri leader, la segretaria del Pd si impegna a firmare una dichiarazione congiunta che esplicita “la nostra totale indisponibilità ad alleanze con la destra nazionalista”. Lo ha dichiarato a Berlino, durante la conferenza del Pse, in vista delle prossime elezioni europee.

Una dichiarazione che Schlein giudica “importantissima” e che, mentre sancisce l’impegno a rigettare alleanze o coalizioni con le forze nazionaliste di destra, stringe i fili che legano l’intera famiglia socialista. “Per noi è molto importante essere qui oggi. È un momento estremamente significativo per il Partito Democratico”, ha detto la segrataria. Oltre a dire “no” alle alleanze ha spiegato perchédire no – quali i motivi, quali i pericoli: “perché si mettono a rischio alcuni punti fondamentali della nostra democrazia, come purtroppo abbiamo già visto accadere in alcuni Paesi europei”.

Si riferisce anche al suo di paese. All’Italia di Giorgia Meloni. Schlein si sofferma sui diritti che ritiene siano stati limitati nell’ultimo anno e mezzo. A partire dalla libertà di informazione. “Abbiamo visto la censura di intellettuali e scrittori, con monologhi che non erano graditi. Abbiamo visto il tentativo da parte di una partecipata dello Stato di vendere a un parlamentare di maggioranza la seconda agenzia di stampa italiana. Nemmeno Orban si era mai spinto a tanto”, ha accusato Schlein. Non è la prima volta che l’Italia viene accostata all’Ungheria, nelle sue spinte più nazionaliste e populiste, ma qui la leader dem sta affermando che il governo sta facendo delle scelte libertarie, sulla base delle quali chiede agli elettori e all’Europa di notare le differenze, capire chi è chi. “Noi continueremo a difendere il principio di una plurale informazione perché è un diritto dei cittadini essere informati ed essere informati liberamente. E continueremo a dare solidarietà  a quei giornalisti che invece dentro la Rai continuano ogni giorno a fare il loro mestiere”, afferma, per poi sottolineare: “dopo un anno e poco più di governo Meloni abbiamo visto calare l’Italia di cinque posizioni nel ranking di Reporter senza frontiere e devo dire che non siamo stupiti: abbiamo visto un’occupazione militare del servizio pubblico che tale smette di essere per diventare megafono del governo”.

Parole che sono anche una forte risposta alle “gravi dichiarazioni di qualche giorno fa di Ursula von der Leyen, che ha invece aperto ad un’alleanza anche con le forze conservatrici e nazionaliste”, ha detto la segretaria del Partito democratico. Nei mesi scorsi, la presidente della Commissione europea e capolista del Partito popolare europeo aveva infatti aperto a una possibile alleanza con la destra, dichiarando di essere disposta a lavorare “con chi è pro Ue, pro Nato e pro Ucraina, con chi sostiene i valori democratici” e quindi “chi difende la democrazia contro gli euroscettici, chi difende i nostri valori contro gli amici di Putin.”

Schlein e gli altri leader dei partiti che compongono il Pse si oppongono a questa apertura. “Nessuna collaborazione o alleanza con Ecr o Id nel Parlamento Europeo”, si afferma nella dichiarazione di Berlino con riferimento al Partito dei Conservatori e dei Riformisti Europei (Ecr) e Identità e Democrazia (Id). Al primo appartengono, fra gli altri, anche Fratelli d’Italia, la spagnola Vox e il polacco Pis, mentre nel secondo troviamo la Lega di Matteo Salvini, il Rassemblement National di Marine Le Pen e i tedeschi dell’Afd. “Invitiamo tutti i partiti democratici europei a rifiutare decisamente qualsiasi normalizzazione, collaborazione o alleanza con le forze di estrema destra”, aggiungono i leader del Pse.

In particolare la segretaria del Pd scandisce bene ai giornalisti: “Noi diciamo no. E diciamo che i socialisti non sono disposti nemmeno a sedersi a un tavolo di trattativa con queste forze”. Nessuna “normalizzazione”, appunto. Né delle alleanze e dei rapporti con loro, né della loro loro diritto a esistere all’interno dell’Unione.

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