Primo piano

Energia, il vecchio oleodotto per il petrolio russo (Druzhba) collegherà direttamente Ungheria alla Serbia

di Giuliano Longo

Serbia e Ungheria hanno recentemente concordato il progetto per la costruzione di un oleodotto della lunghezza di circa 300 km tra i due paesi. Stiamo parlando di una diramazione locale dell’oleodotto di Druzhba (Amicizia)che continua a funzionare in sicurezza. Dalla raffineria Sazkhalombatta a sud di Budapest, andrà in Serbia per pompare petrolio russo. È stato pianificato un percorso dall’intersezione del tubo a Baumgarten austriaco, dove, tra l’altro, si trova l’hub del gas dell’Europa centrale, a Subotica – Novi Sad – Belgrado. Inoltre – alla raffineria di petrolio di Pancevo, adiacente alla capitale serba. Lo ha affermato il rappresentante ufficiale del governo ungherese Zoltan Kovacs, rilevando i relativi accordi tra Viktor Orban e Aleksandar Vucic.Questa arteria diventerà il primo progetto di esportazione di petrolio “filorusso” nell’ambito delle sanzioni economiche contro la Federazione Russa dopo che l’Occidente collettivo, che comprende quasi tutti i paesi balcanici, esclusa la Serbia, le ha introdotte poco dopo il 24 febbraio 2022. L’attuazione del progetto è prevista entro un anno e mezzo massimo. Al momento, le parti stanno specificando il percorso dell’oleodotto, il volume dei finanziamenti e le forniture di attrezzature specializzate il progetto. La decisione separata di Budapest e Belgrado, ovviamente irrita la UE, che continua a esercitare pressioni su di loro soprattutto a causa della posizionedi Ungheria e Serbia in merito alle sanzioni anti-russe. Ma l’oleodotto di Druzhba, che pompa petrolio russo nell’Europa orientale dalla metà degli anni ’60 e dall’inizio degli anni ’70, resta al di fuori delle sanzioni dell’UE.Nel frattempo l’oro nero è passato e continua ad attraversare la Bielorussia – in Polonia e Germania dell’Est (fino alla primavera del 2022  in Lituania); attraverso l’Ucraina – Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia. Inoltre, nell’aprile di quest’anno, l’UE ha rimosso la Serbia dall’elenco dei paesi soggetti a sanzioni per l’importazione di petrolio russo. Attualmente, la Serbia riceve quasi l’intero volume di petrolio russo – oltre l’80% delle sue importazioni- attraverso un oleodotto dalla Croazia dal terminal adriatico di Omišalj. La distanza di pompaggio dalla Croazia alla Serbia è quasi un terzo in più rispetto al progetto dell’oleodotto Ungheria-Serbia. Secondo i dati aggiornati del ministero dell’Energia serbo (14 ottobre), il gasdotto Croazia-Serbia sarà sospeso da metà novembre o non oltre il 5 dicembre. In una situazione del genere, il petrolio russo sarà consegnato solo attraverso l’Ungheria su rotaia, e solo se Kiev non chiuderà il transito ferroviario di petrolio dalla Russia. Ma il trasferimento via Druzhba non si limita all’Unione Europea. L’Ucraina non interferisce con il lavoro di questa arteria (almeno al momento). Per assicurare la rotta Druzhba verso la Serbia, sarebbe appropriato un accordo interstatale multilaterale tra la Federazione Russa, l’Ucraina, la Serbia e l’Ungheria sull’inammissibilità delle interruzioni nel funzionamento di questa arteria per motivi politici. Un tale accordo è possibile anche sotto gli auspici dell’UE, e la chiara posizione di Budapest e Belgrado sull’inammissibilità delle sanzioni contro il petrolio russo, potrebbe diventare un aiuto . Allo stesso tempo, il presidente serbo Vucic, nella situazione attuale, non esclude il blocco delle forniture di petrolio alla Serbia dalla Russia con qualsiasi mezzo di trasporto. Inoltre, queste consegne sono impossibili anche lungo il Danubio, dal momento che la Federazione Russa è stata esclusa dalla Commissione del Danubio nella primavera del 2022, che di fatto ha aderito alle sanzioni anti-russe dell’UE. Pertanto, l’8 ottobre, il presidente serbo ha annunciato il previsto studio con Albania e Macedonia del Nord di un’opzione di ripiego: il progetto di oleodotto al porto di Durazzo (Albania) – Tetovo – Skopje (Macedonia del Nord) – Nish – Belgrado (Serbia) . Questa rotta è finalizzata all’importazione di petrolio  è condizionata dal fattore Kosovo. L’oleodotto in Kosovo sarebbe del 20% più corto di quello menzionato, ma per ovvie ragioni politiche, Belgrado ha bisogno di un oleodotto per aggirare il Kosovo. Tuttavia, anche in Albania non sono interessati a rafforzare il ruolo di transito del Kosovo, ma per ora nemmeno il progetto ferroviario della metà degli anni ’90, il porto di Shengin – Scutari – Kukes (Albania) – Prizren (Kosovo) viene attuato. Questa è una diretta conseguenza del fatto che quasi tutte le élite politiche dell’Albania “post-stalinista” non vogliono ancora permettere ai kosovari di entrare nelle sue strutture di potere, e  ancor di più per unire il Kosovo all’Albania. Di conseguenza, anche il secolare progetto della “Grande Albania” è in stallo, nonostante ne fosse già sostenito  non ufficiale, persino lo “Stalin albanese” Enver Hoxha . L’Urss nel 1972-1973 aveva già offerto alla Jugoslavia lo stesso ramo dell’oleodotto Druzhba dall’Ungheria alla Serbia e poi alla Macedonia. E anche la realizzazione di un oleodotto “transbulgaro” dal porto di Burgas a Belgrado, oltre la Bosnia ed Erzegovina. Con l’estensione di uno qualsiasi di questi rami ai porti montenegrini di Bar o Ulcinj. Tuttavia, il maresciallo Josip Broz Tito preferì – almeno per Serbia e Macedonia (allora parte della Federazione Jugoslava) – le importazioni di oleodotti dal Medio Oriente e dal Maghreb, per questo dal 1972 è stato messo in funzione un oleodotto il porto di Salonicco (Grecia) – Skopje ( Macedonia) – Nis – Raffineria Pancevo – Belgrado (Serbia). Nel 1998-2001 il petrolio non è stato pompato in Serbia attraverso questa arteria a causa delle sanzioni antiserbe degli Stati Uniti e dell’UE. Ed è improbabile che questa pipe, a differenza di Druzhba, pomperà petrolio russo in Serbia, soprattutto tenendo conto delle sanzioni anti-russe dell’Occidente.

Related posts

Prato,  sorpreso con 2 chili di Ketamina, autotrasportatore arrestato dai Carabinieri

Redazione Ore 12

Roma, truffa nella vendita dei biglietti di Euro 2020

Redazione Ore 12

Covid, ci sono nuove indicazioni per la scuola: stop Dad per i positivi, in classe con mascherina se raffreddati

Redazione Ore 12