Economia e Lavoro

Foreste, Aiel-Cia: “Servono politiche per rafforzare la filiera bosco-legna-energia”

 

L’uso energetico delle biomasse legnose, nell’ambito di una gestione forestale sostenibile e pianificata può avere un ruolo importante all’interno delle politiche energetiche del Paese, in un’ottica di decarbonizzazione, contrasto al cambiamento climatico, generazione di opportunità economiche, tutela del territorio. Questo sostiene Aiel, l’Associazione Italiana Energie Agroforestali promossa da Cia-Agricoltori Italiani che con l’evento “Legno: il più antico biocombustibile del futuro” a Roma, presso la Camera dei Deputati, ha riacceso il confronto con i rappresentanti delle istituzioni sulle politiche da mettere in atto per rafforzare la filiera nazionale bosco-legno-energia.

Centrali quelli che sono anche gli obiettivi messi a fattor comune da tutti gli attori della filiera, impegnati nel gruppo di lavoro coordinato da AIEL nell’ambito del Tavolo di Filiera Foresta Legno del Masaf da cui è nato il position paper su “Gestione forestale e sostenibilità degli usi energetici delle biomasse forestali”. All’evento è stato presentato in apertura da Annalisa Paniz direttrice generale di Aiel-Cia.

La visione condivisa dalla filiera con politica e istituzioni parte prima di tutto da un approccio integrato. La qualificazione della filiera foresta-legno-energia a scala locale è un obiettivo previsto dalla Strategia forestale nazionale che si fonda sui principi della gestione forestale sostenibile e dello sviluppo di un’economia del legno circolare, individuando nei princìpi dell’uso a cascata e del “riciclo” i suoi strumenti attuativi.

“La sfida che abbiamo di fronte -ha spiegato Annalisa Paniz- è quella di conciliare energia e ambiente, considerando benefici ambientali, sociali ed economici nel loro complesso. Per sostenere la filiera legno-energia vanno previsti investimenti nella gestione delle foreste diretti ad aumentare i livelli di approvvigionamento sostenibile di materie prime e il loro utilizzo a cascata. L’uso sostenibile dei biocombustibili legnosi, la cui produzione è strettamente connessa alla gestione del territorio, riduce il tasso di dipendenza dalle fonti fossili, garantendo l’autonomia energetica, stimolando l’iniziativa economica e l’occupazione”.

Per vincere questa sfida è fondamentale il coinvolgimento del legislatore per attuare politiche in grado di creare le precondizioni necessarie all’avvio di un processo virtuoso. A questo proposito, Aiel-Cia ha individuato tre misure concrete da attuare: l’istituzione di un tavolo interministeriale permanente tra il ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare, il ministero dell’Ambiente e il ministero delle Imprese e del Made in Italy al fine di garantire la condivisione e il coordinamento delle politiche che riguardano le filiere industriali ed energetiche collegate al settore forestale; il riconoscimento di un adeguato contributo da parte delle biomasse nel PNIEC italiano, puntando a un obiettivo complessivo al 2030 di 16,5 Mtep di energia termica prodotta da bioenergia rispetto ai 6,1 Mtep previsti dall’attuale formulazione del PNIEC. Un contributo di questo tipo delle biomasse legnose consentirebbe di evitare l’importazione di oltre 10 miliardi di metri cubi all’anno di gas naturale. L’occasione offerta dall’aggiornamento del PNIEC, che dovrà essere approvato entro giugno 2024, rappresenta l’ultima opportunità per non rinunciare al fondamentale contributo energetico rinnovabile dell’energia dal legno. Infine, la riconferma dell’Iva sul pellet al 10%, una misura fortemente voluta dal Governo e sostenuta da tutte le forze politiche di maggioranza e opposizione, che ha dimostrato fin da subito la sua efficacia contribuendo a combattere il caro-energia e consentendo una riduzione dei fenomeni elusivi ed evasivi, nonché delle frodi che caratterizzavano il mercato.

GLI INTERVENTI ISTITUZIONALI – “Ritengo che la filiera legno-energia sia di fondamentale importanza per il presente e soprattutto per il futuro economico e ambientale del nostro Paese -ha spiegato il sottosegretario al Masaf, Patrizio La Pietra-. Stiamo lavorando per raggiungere nel minor tempo possibile una progressiva riduzione dell’utilizzo del gas grazie all’utilizzo dei vari dispositivi alimentati a biomassa e il legno è destinato a rivestire un ruolo sempre più strategico. Le bioenergie sono il futuro e sottovalutare l’importanza che il legno può e deve avere, in un processo di transizione ecologica, è un lusso che non possiamo e non dobbiamo permetterci”.

“Per valorizzare il patrimonio forestale -ha affermato il presidente della Commissione industria del Senato, Luca De Carlo- è necessario garantire agli operatori economici un quadro normativo chiaro, alleggerendo il carico di adempimenti burocratici. Va in questa direzione l’emendamento presentato e approvato nell’ambito del Dl Asset per la deroga all’autorizzazione paesaggistica per le operazioni boschive ordinarie. Con questo provvedimento viene superato un vecchio scoglio della normativa che imponeva il doppio vincolo paesaggistico ai boschi e superfici forestali, rendendo necessario un iter burocratico che spesso richiedeva diversi mesi per essere completato. Ora le imprese boschive potranno effettuare gli interventi di ordinaria amministrazione più rapidamente, ma sempre nel rispetto delle normative vigenti e delle prescrizioni dei piani paesaggistici. Nessuna deregulation, dunque, ma semplicemente la correzione di un’evidente stortura normativa che ha rappresentato, nella pratica, solo un aggravio burocratico e non una reale azione di tutela paesaggistica”.

“In Italia, ancora oggi, il dogma dell’elettrificazione totale dei consumi non riesce ad essere superato compiutamente -ha aggiunto Luca Squeri, Segretario Commissione Attività Produttive Camera-. Le moderne tecnologie a biomassa garantiscono ridotte emissioni inquinanti ed elevata efficienza e devono concorrere nel mix energetico nazionale al pari delle altre rinnovabili, in particolare nel termico. Continuiamo, a differenza degli altri paesi europei, a trascurare la biomassa. Si tratta, invece, di una fonte che offre grandi possibilità, è in massima parte disponibile su tutta la penisola ed è sottoutilizzata”.

“Bisogna puntare su efficienza, rinnovabili e su una strategia energetica sostenibile per far decollare la transizione ecologica -ha detto Stefano Vaccari, Commissione Agricoltura della Camera-. La gestione forestale contribuisce alla protezione del clima grazie alla capacità delle piante di assorbire carbonio ma anche mediante l’utilizzazione sostenibile del legno, come materiale edile e nella combustione, guardando al suo valore energetico. Per questo servirebbe una strategia complessiva che ancora manca o che, se presente sulla carta, non trova riscontri operativi”.

I NUMERI DELLA FILIERA – Il valore della produzione complessiva della macro-filiera del legno italiana si attesta sui 39 miliardi di euro, che, complessivamente, corrispondono a circa il 4,5% del fatturato manifatturiero nazionale (dati 2020 Federlegno). La filiera legno-energia è un comparto importante perché conta oltre 14.000 imprese, di cui 6.500 imprese forestali, superando i 72.000 addetti e producendo un fatturato di più di 4 miliardi di euro.

Fonte Cia-Agricoltori Italiani

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