Primo piano

Francesco, il Papa del Vangelo vissuto (Non solo annunciato)

di Mario De Biase

Il lunedi dell’Angelo, un Angelo in terra è volato in cielo: Papa Francesco. Il dolore e lo sgomento per  una morte prima possibile poi inaspettata  è stato indicibile. Tutto il mondo compresi tanti ipocriti (“c’è bisogno di lacrime vere non di circostanza”) esprime parole di cordoglio rendendosi conto della sua grandezza di Papa, difensore  dei diseredati, instancabile annunziatore della MISERICORDIA  di Cristo.

Uno dei peggiori difetti di noi cattolici è l’ipocrisia, bravissimi nell’annunciare i principi del Vangelo, altrettanto bravi  a NON metterli MAI  in pratica!  Francesco –invece-   è stato il PAPA del Vangelo vissuto tutti i giorni, in tutte le circostanze, in tutti i momenti della sua vita.  Non conosceva diplomazia   quando era necessario  mettere in pratica il comandamento più  grande: amare Dio e i fratelli come noi stessi. E’ stato  questo il taglio del suo Pontificato: VANGELO VISSUTO, “SINE GLOSSA”, senza bisogno di ulteriore spiegazione.

Di qui la sua semplicità e la sua chiarezza di linguaggio contro l’arroganza del potere che riduceva l’uomo a merce di scambio, semplice oggetto utile solo a produrre  che   diventa  uno “scarto”  quando non è  piu’ funzionale all’arricchimento di pochi, in una  “globalizzazione dell’indifferenza” che condanna il misero, il povero, gli ultimi. Ha pensato e promosso una nuova economia “the Economy of Francesco” che pone al centro il benessere di tutti non solo di pochi e rapaci capitalisti.

La Chiesa ereditata da Papa Francesco era  lacerata, divisa, percorsa da dissidi e scandali non piu’ arginabili che costrinsero il grande Teologo Papa  Benedetto a dimettersi. E’ riuscito- anche qui-  ad invertire  paradigma di mentalità introducendo il concetto di Chiesa in uscita,  ospedale da campo,  vicina  cioè ai luoghi di battaglia metaforici e non,  i cui Pastori devono “sentire l’odore delle pecore”,  capaci di vivere vicino ai fedeli, di  piangere e gioire insieme a loro. Il suo impegno per la Pace è stato proverbiale, tantissimi gli appelli fatti,  inascoltati dai potenti ma condivisi dal popolo dei fedeli che lo sentiva “uno di loro” tanto è vero che a  Buenos Aires  (da Arcivescoco) viaggiava in tram.  Come un buon padre non  ha mai lasciato  nella tempesta il suo gregge:   “scesa la sera, fitte tenebre si sono addensate sull’umanità…. Impauriti e smarriti ….ci siamo riscoperti bisognosi di confortarci a vicenda…. perché nessuno si salva da solo, siamo tutti sulla stessa barca” ebbe a dire in una memorabile e piovosa  serata in Piazza San Pietro.

La sua EREDITA’ MORALE è tutta racchiusa qui e  nell’ultimo messaggio pasquale: “quanto disprezzo per i piu’ deboli, gli emarginati, i migranti,  (preghiamo)  perché non venga mai meno il principio di Umanità

Sta a noi raccogliere il suo ultimo grido di amore !!

aggiornamento la morte del Papa ore 14.43

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