Primo piano

L’eredità verde di Papa Francesco

di Gino Piacentini

Con la scomparsa di Papa Francesco, avvenuta il giorno di pasquetta all’età di 88 anni, si chiude una delle stagioni più intense e coraggiose della Chiesa cattolica in tema di giustizia sociale e ambientale. Il primo Pontefice gesuita e sudamericano della storia lascia in eredità un magistero profondamente segnato dall’impegno per la “casa comune”, concetto cardine della sua visione di un’ecologia integrale che unisce la salvaguardia del creato alla difesa dei più poveri.

Dal 2013, anno della sua elezione, fino agli ultimi mesi del pontificato, Papa Francesco ha intrecciato in modo inedito spiritualità, politica e scienza, chiedendo alla comunità internazionale un cambio di rotta netto e coraggioso. La sua voce si è levata nei principali vertici globali sul clima – dalla COP21 di Parigi alla COP28 di Dubai – con un messaggio chiaro: la crisi climatica è una crisi umana.

La sua sensibilità per i temi sociali si è espressa fin dall’inizio nel contrasto alla cosiddetta “cultura dello scarto”, che emargina i più fragili. Francesco è stato il primo Papa a riconoscere il valore della lotta per diritti fondamentali come terra, casa e lavoro.

La svolta verde della Chiesa: Laudato si’ e Laudate Deum

L’eredità ambientale di Francesco si fonda su due testi chiave: l’enciclica Laudato si’ (2015), manifesto spirituale e scientifico per la difesa del pianeta, e l’esortazione Laudate Deum (2023), grido d’allarme contro l’immobilismo della politica internazionale. In entrambi i documenti, il Papa invita a una “conversione ecologica”, proponendo un nuovo modello di sviluppo fondato sulla giustizia, la solidarietà e la sobrietà.

Con Laudato si’, il Pontefice ha introdotto nel lessico ecclesiale il concetto di ecologia integrale, riconoscendo nell’ambiente degradato il riflesso di diseguaglianze sociali profonde. L’enciclica, ispirata a San Francesco d’Assisi, propone una visione olistica dell’umanità in relazione con la natura e denuncia l’impatto distruttivo di un’economia guidata solo dal profitto.

Nel 2023, con Laudate Deum, Francesco torna sul tema con toni più severi: denuncia il negazionismo climatico, l’influenza delle lobby dei combustibili fossili e l’inefficacia dei vertici internazionali, esortando a un’azione immediata. «Tutto è connesso», scrive, richiamando la responsabilità collettiva e l’urgenza di scelte coraggiose. Sebbene altri pontefici prima di lui – da Giovanni XXIII a Paolo VI – avessero affrontato il rapporto tra uomo e ambiente, Papa Francesco è stato il primo a dedicare un’intera enciclica al tema. Dalla Messa inaugurale del suo ministero, con l’invito a “custodire il creato”, fino al discorso all’ONU nel 2015, ha sempre intrecciato ecologia, pace e giustizia sociale.

Francesco ha chiesto ai cristiani, ma anche ai credenti di ogni religione, di vivere la cura del creato come atto di fede. Non una battaglia tecnica, ma un cammino spirituale, fatto anche di piccoli gesti quotidiani. La sua visione ecologica è un invito a un cambiamento profondo del cuore, dei consumi e delle scelte politiche. La sua eredità, oggi più che mai, interpella credenti e non credenti di fronte a un pianeta ferito: un invito a costruire insieme un futuro più giusto, solidale e sostenibile.

aggiornamento la morte di Papa Fracesco ore 14.34

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