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Gaza, l’Onu sospende le operazioni umanitarie

 

Le Nazioni Unite sono state costrette a sospendere le loro operazioni umanitarie nella Striscia di Gaza a causa di un nuovo ordine di evacuazione israeliano che ha interessato Deir al-Balah, nel centro dell’enclave palestinese. Lo ha annunciato un alto funzionario dell’Onu, ricordando come dall’inizio della guerra tra Israele e Hamas ad ottobre le Nazioni Unite abbiano dovuto talvolta “rinviare o mettere in pausa” le loro operazioni, “ma mai fino al punto di dire concretamente che non possiamo più fare nulla”, come invece avviene ora, ha aggiunto.

Ma c’è di più su quanto sta accadendo nella Striscia: “Con due, o occasionalmente tre valichi di frontiera aperti, a luglio è potuta entrare a Gaza circa la metà dell’assistenza alimentare richiesta. Agosto dovrebbe concludersi con un risultato simile“. A lanciare l’allarme è il Programma alimentare mondiale (World Food Programme – Pam/Wfp), la più grande organizzazione umanitaria al mondo. L’agenzia delle Nazioni Unite avverte che “a causa dell’intensificarsi del conflitto, le operazioni del Pam sono gravemente ostacolate”, chiarendo che “nonostante i livelli catastrofici di fame”, l’organizzazione “ha dovuto ridurre il contenuto dei pacchi alimentari a Gaza, poiché gli afflussi di aiuti così come le scorte sono diminuite”. In affanno quindi anche i centri per la distribuzione dei pacchi alimentari così come le cucine comunitarie.

LE STRADE DANNEGGIATE RENDONO LA GUIDA LENTA E IMPEGNATIVA

Il Pam lancia un ulteriore monito sullo stato delle strade danneggiate dalla guerra: “Crateri e detriti delle granate rendono la guida lenta e impegnativa per i camionisti. Tra due mesi, quando sono previste piogge e inondazioni, la maggior parte delle strade diventerà inutilizzabile”. La buona notizia, continua il Pam, è che “dalla scorsa settimana per la prima volta le cucine comunitarie che supportiamo nel nord di Gaza stanno fornendo pasti caldi con verdure fresche (patate e cipolle)”. Secondo l’organismo Onu, “la maggior parte dei palestinesi di Gaza è ora sfollata e vive in tende o baracche di fortuna, spesso in aree soggette a inondazioni. A causa degli ordini di evacuazione, stanno anche cercando di trovare sicurezza in spazi sempre più piccoli, dove i servizi di base sono crollati e le condizioni rendono probabili le epidemie”.

La denuncia del World Food Programme avviene nel giorno in cui a Gaza si contano nelle ultime 24 ore una trentina di nuovi morti negli attacchi, e in particolare un altro raid contro una scuola-rifugio nel campo profughi di Nuseirat, nel nord della Striscia, che ospitava migliaia di persone. Non è chiaro il bilancio delle vittime.

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aggiornamento la crisi mediorientale ore 14.23

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